C’era una volta una mamma che amava lavorare a maglia la lana. Amava talmente tanto farlo che negli anni poteva vantarsi di avere una degna collezione di gomitoli, quasi un armadio intero, con i quali confezionava coperte, vestiti, maglioni, sciarpe, scarpette, giochi, ma principalmente i gomitoli la aiutavano a tenere distratto il dolore costante del suo corpo, che un giorno, all’ improvviso, prevalse e la porto via con sé.
C’era una volta una mamma, che aveva una figlia, che aveva ricevuto in dono la semplicità di vedere le cose solo con l’amore e la purezza gentile dell’animo. Una figlia così venne accolta un giorno come ospite in una casa di cura di un paese di Roma nord, insieme ad altre persone gentili e generose come lei. La mamma, che andava ogni giorno a trovarla, notando le mani laboriose degli ospiti ricordò quante mani di mamme lavoratrici aveva visto nella vita ed ebbe un’idea.
C’era una volta un figlio, che non aveva ancora liberato l’armadio dei gomitoli di lana della mamma che non c’era più, e non voleva farlo per il troppo dolore che aveva. Un giorno venne a conoscenza dell’idea della signora per la casa di cura, prese le scatole di lana nell’armadio e il coraggio, inscatolò il dolore, le caricò in macchina e le portò alla signora che aveva avuto l’idea. “Questa lana è per tua figlia che occuperà il tempo grazie a mia mamma” e chiuse così in un modo diverso la storia.
Un giorno, anzi, tre giorni fa, suonò il telefono in casa del figlio “ho una cosa per te, esci “.
Sorpreso il figlio uscì e davanti a lui emozionata la signora della lana aveva un regalo.
Le signore gentili ed ospiti del centro con le loro mani avevano confezionato con la lana della mamma, tantissimi oggetti, vestitini, scarpettine, maglioncini, uno più bello dell’ altro, tanto da decidere di venderli per ricavare soldi per la casa di accoglienza.
“È stata chiesta un’offerta per questo oggetto ed io l’ho comprato per darlo a te” disse la signora.
“Questo è il regalo della tua mamma da lassù, buon Natale “.
Questa è una favola di natale, ma è vera, ed è capitata a noi.
Ringraziamo per questo la signora Anna e la casa di accoglienza di Campagnano di Roma, che hanno regalato, così facendo, tanto, davvero tanto amore.
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Anna Marzoli, architetta libero professionista dal 2003, si occupa di progettazione, restauro, ristrutturazione e architettura di interni, con una particolare vocazione per i temi dell’abitare intrecciati alla ricerca di materiali e tecniche sostenibili. Iscritta all’Albo degli Architetti di Roma e provincia con il numero 17394. Nata a Roma il 11 aprile 1974, laureata in architettura a La Sapienza di Roma nel 2003, collabora con diversi architetti romani dal 2001. Attualmente titolare dello studio di consulenza e progettazione GeAStudio, fondato con il dott. Geol. Fabio Facciaroni (marito), si occupa di architettura, geologia. Autrice del libro “Do i numeri perché cerco te”, dal 2016, dopo aver perso le case di famiglia durante il terremoto del centro Italia nelle Marche e Umbria, si occupa di ricostruzione post sisma, delle architetture e dell’anima. È anche una mamma, del cuore.
Per Diatomea scrive nella sezione STORYTELLING