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Questo è un luogo unico al mondo dove storia, tradizione e devozione popolare si intrecciano dando vita a molte leggende. Alle Fontanelle, cimitero napoletano, ci sono resti umani di tantissime persone disseminati su un’area molto grande, costituita da tre enormi gallerie. E’ impressionante il numero di teschi, femori e tibie ospitati. La storia del cimitero ebbe inizio nel 1654, quando Napoli fu colpita da una grande pestilenza. Poiché le chiese, che fino ad allora erano gli unici luoghi deputati ad accogliere i defunti, non erano più sufficienti, si ricorse a queste cave di tufo dismesse. A questa tragedia si aggiunsero anche le vittime di altri rilevanti eventi funesti, in particolare dell’epidemia di colera del 1836.   
Ma i resti di questi poveri anonimi defunti hanno toccato il cuore dei napoletani dando luogo ad una spontanea e curiosa forma di devozione. Si trattava dell’adozione del teschio, detto “capuzzella”, in cambio di una sorta di protezione celeste. Innanzitutto il cranio prescelto veniva pulito, lucidato e posto in teche di legno, contornato da lumini, fiori e successivamente anche da un rosario. Alla capuzzella veniva poi attribuito un nome ed una storia e alla sua anima si indirizzavano preghiere in cambio di una grazia o dei numeri da giocare al lotto. Se però le aspettative venivano disattese il teschio poteva essere abbandonato a favore dell’adozione di una nuova capuzzella.
Sicuramente è un posto da fotografare e come sempre anche questa volta ogni mia foto è filtrata dall’emozione, dal rapporto che si crea tra me ed il luogo da ritrarre e il Cimitero delle Fontanelle mi ha sempre affascinato e mai impaurito; la collocazione di quelle centinaia di migliaia di ossa in maniera così precisa, puntuale e geometricamente ineccepibile, infonde una tranquillità interiore, una sensazione di “sistemato”, di “organizzato”, che rende il luogo meno minaccioso, anche se sempre straordinariamente misterioso. Questo, insieme alle storie ed ai racconti, mi ha spinto però ad interpretarlo in modo del tutto personale, del resto nella storia della fotografia molti illustri fotografi hanno fotografato i teschi: da Nadar a Irving Penn… In alcune immagini mi sono ispirato allo ‘still life’, uno stile fotografico molto diffuso in pubblicità, utilizzato per la rappresentazione di oggetti inanimati che ha lo scopo di contribuire alla vendita di prodotti e che solitamente si realizza in studio; in altre invece ho utilizzato un ’semi-mosso’, impostando sulla macchina fotografica un tempo lungo e muovendo leggermente la mano al momento dello scatto, dando così la sensazione di un oggetto che si sdoppia, un oggetto dal quale esce la sua anima. Queste foto le ho realizzate in due occasioni diverse e presto ci ritornerò: quello spettacolo insolito ispirerà sicuramente altri scatti ed altre interpretazioni inconsuete. Il Cimitero delle Fontanelle è un patrimonio culturale singolare ed originale, dove vita, morte e spiritualità si intersecano e si fondono con una spontaneità e una naturalezza propria dell’animo altrettanto unico del popolo partenopeo.

 

Il Cimitero delle Fontanelle – foto di Augusto De Luca
Il Cimitero delle Fontanelle – foto di Augusto De Luca
Il Cimitero delle Fontanelle – foto di Augusto De Luca
Il Cimitero delle Fontanelle – foto di Augusto De Luca