image_pdfimage_print

Dicono che le vacanze di settembre siano quelle preferite dai ricchi e
dai pensionati: non potendo essere annoverato nella prima categoria,
mi autoinserisco -anche se in fieri- nella seconda.
Questo viaggio in Portogallo era programmato per Giugno 2020,
quando ho compiuto 60 anni, ma per via della pandemia e delle
frontiere bloccate, è stato rinviato fino a che la situazione si è
stabilizzata.
Il Portogallo è tra i paesi europei quello che ha riaperto prima degli
altri per via dell’altissimo tasso di vaccinazione, e della quasi completa
scomparsa del virus. E meglio così. Sorvolo sui dispetti che ci ha fatto
Alitalia, tanto da costringerci a raggiungere Roma in auto per non
perdere la coincidenza per Lisbona. Due notti a Faro, per esplorare
l’Algarve-paradiso dei surfisti e non solo-due a Oporto e tre a Lisbona.
Un gran numero di località visitate, grazie al fatto che abbiamo
noleggiato una vettura all’aeroporto di Lisbona: avviso importante a
chi volesse ripetere l’esperienza, le autostrade portoghesi sono tutte a
pedaggio, ma la maggior parte hanno porte automatiche, perciò
chiedete al noleggiatore se sulla vettura è presente l’apparecchio che a
mo’ di telepass -segna i pedaggi, altrimenti saranno mazzate.
Il Portogallo si gira facilmente grazie a un capillare sistema di
autostrade, ricordatevi che gasolao e gasolina non sono la stessa cosa,
e che parcheggiare non è difficile, anche perché ci sono un sacco di
parcheggi sotterranei anche sotto le piazze centrali delle città.
Le città sono pulite e generalmente poco trafficate, in divieto di sosta
non troverete nessuno!
Non si spende molto per mangiare, il cibo è genuino e non ci ha
provocato nessuno dei fastidi del viaggiatore: scordatevi la pasta e
considerate il pesce come pressoché unica forma alimentare!
E poi c’è una luce fantastica, che favorisce i fotografi: la nostra fortuna
è che il clima ci ha aiutato, non ha fatto caldo e non c’è stato freddo,
l’ideale per viaggiare. Portatevi un obiettivo tuttofare, un grandangolo
spinto e tante schede di memoria, non mancano motivi per riempirle!
Abbiamo visitato Faro, Porto, Lisbona, Coimbra, Tavira, Porto Novo,
Fatima, Aveiro, Ericeira, Sintra e altre piccole e deliziose località. Ora
basta chiacchiere, lascio che parlino alcune fotografie: penso che ci
ritorneremo.

Aveiro, una città separata dal mare da una laguna e una rete di canali, nella quale i pescatori si sono riciclati a tassisti d’acqua.
Aveiro, i murales spesso di grandi dimensioni e molto curati rappresentano sovente artisti o scienziati portoghesi.
Cabo de Sao Vicente, uno dei tanti luoghi dove il continente europeo si protende e termina nell’Atlantico, qui accanto a falesie altissime, una spiaggia ospitale.
Cabo de Sao Vicente, selfismo estremo sul finis terrae.
Cabo de Sao Vicente, il Portogallo è una meta anche del turismo da Erasmus: decine di bus hanno scaricato centinaia di ragazzi da tutta Europa, tutti o quasi con la fissa del selfie estremo.
Cacela Vehla, fortini come questo sono diffusi sulla costa.
Cacela Vehla, è un borgo nel quale vivono pochissime persone, con una chiesetta a strapiombo sull’Oceano, set ideale per lo shooting matrimoniale.
Coimbra, la classica città universitaria, austera ma popolata di giovani molto meno austeri, che ti fermano per scroccarti soldi con le scuse più fantasiose.
Ilha Tavira, dove, a pochi minuti di barca dalla terraferma, fare un bagno nell’Oceano Atlantico e incontrare uccelli limicili come i piovanelli che passeggiano tra i piedi dei bagnanti, senza sentirsi disturbati.
Lisbona, il Fado: nel ristorante dove abbiamo assistito ad una maratona abbiamo percepito di come il Fado è anche una questione di famiglia.
Lisbona, forse una delle capitali mondiali dei murales.
Lisbona, un tramonto sull’Atlantico, mentre una guida racconta di quando il Portogallo era potenza coloniale.
Porto, il surfista che cammina nel parcheggio è una presenza costante.