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Nel caos della vita moderna, le dipendenze possono impadronirsi della vita di qualsiasi persona, senza avvertimento, lasciandola intrappolata in un labirinto oscuro.

Secondo il Rapporto Mondiale sulle Droghe 2023 redatto dall’ONU, c’è stato un aumento del 23% di persone che fanno uso di droghe rispetto a dieci anni fa, mentre ammontano a 500mila le persone decedute per overdose o per cause legate alle sostanze stupefacenti.

Spesso le persone dipendenti vengono stigmatizzate e allontanate dai meccanismi sociali, per vergogna oppure per ignoranza, in un momento in cui dovrebbero essere supportate dagli esperti e dai loro cari.

Proprio in questo discorso si inserisce “Un passo alla volta. La vita oltre le dipendenze” (Giunti 2023), il libro di Vincenzo Aliotta, ideatore e fondatore del Centro Recupero Dipendenze San Nicola, curato dalla giornalista Barbara Bonomi Romagnoli.

Il volume ha un taglio corale perché, oltre a raccontare l’esperienza di Vincenzo Aliotta e del team multidisciplinare che gravita attorno al Centro San Nicola, riporta le testimonianze di persone che sono state dipendenti e che ora hanno ritrovato la propria bussola.

Quello che Vincenzo Aliotta chiama il “mal di denti dell’anima”, ossia la dipendenza patologica da sostanza (alcol e droghe) o comportamentale (ludopatia, dipendenza affettiva/sessuale), è trasversale e può affliggere anche persone insospettabili.

La persona dipendente manca del principio di realtà – sostiene Aliotta – è come un pendolo impazzito che oscilla fra il senso di colpa per ciò che ha fatto e il senso di euforia perché pensa di non farlo più. Non riuscendo più a stare nel qui e ora, il passato la conduce alla depressione e il futuro le dà una finta sicurezza.

Ma un passo alla volta si può uscire dalle dipendenze, proprio come enunciano i dodici capitoli del libro che ripercorrono i principi guida del Metodo dei 12 Passi, ripreso dagli Alcolisti Anonimi, a cui si ispira l’approccio terapeutico del Centro San Nicola. Qui grazie al percorso di breve residenzialità, nell’arco di due mesi si può riprendere in mano la propria vita, con un programma terapeutico personalizzato che si svolge in una struttura immersa nelle colline marchigiane; seguito da dieci mesi successivi di follow-up che prevede anche la messa in rete con i gruppi di mutuo aiuto nei territori in cui si vive.

La dipendenza, spiega Aliotta, non è semplicemente un problema per la singola persona, ma coinvolge anche la famiglia e gli affetti. La partecipazione attiva alla terapia di gruppo aiuta anche i membri della famiglia ad aumentare la consapevolezza dei modi in cui la dipendenza li ha influenzati e di come affrontarla, con l’obiettivo di recuperare e rafforzare i rapporti interpersonali.

Aliotta ha sempre adottato un approccio inclusivo, riconoscendo che le dipendenze possono manifestarsi in molte forme diverse, nel volume sceglie di condividere con lettrici e lettori storie di persone che hanno trovato la forza di combattere le proprie fragilità. Come nel caso di Morena, prima paziente del Centro San Nicola che fin da giovane inizia a bere alcolici in una cittadina di provincia. Prima con gli amici e poi da sola, sempre di più. Perfino una volta diventata mamma non riesce a smettere di bere perché, come sostiene in un passaggio del libro, “la mia vita mi piaceva e avevo l’illusione di gestirla, con una mano dai il biberon al bambino e con l’altra mandi giù in pochi sorsi un bicchiere di rosso, magari a stomaco vuoto per cui poi dài di stomaco e ricominci”.

È dunque un messaggio potente quello che arriva dal testo di Aliotta ma anche un messaggio di fiducia: è possibile trovare il proprio passo per uscire dalle dipendenze o aiutare altre persone a farlo. Per questo è stato scritto in chiave divulgativa, per renderlo accessibile a tutti, anche a chi lavora in questo ambito e vuole approfondire con il racconto di una esperienza unica in Italia.

 

 

 

Vincenzo