L’esplorazione è nel DNA degli esseri umani
Giovanni Caprara
Sua eccellenza il Politecnico di Milano ospita, di tanto in tanto, eventi culturali aperti al pubblico e precisamente interviste a personaggi della cultura, condotte con affabile disponibilità dal Magnifico Rettore o docenti dei vari dipartimenti.
Ebbene, ho già visto in azione un paio di questi personaggi: Beppe Severgnini, giornalista sempre sorridente nonostante le avversità della politica, e Marco Malvaldi, arguto scrittore di romanzi gialli.
L’incontro con l’autore di cui vi riferisco, è con Giovanni Caprara, editorialista scientifico del Corriere della Sera a colloquio con Giuseppe Sala docente del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Aerospaziali.
Caprara ha recentemente pubblicato un libro dal titolo Oltre il cielo. Racconti straordinari con esploratori della luna e dello spazio, edito da Hoepli. Nove capitoli fra i quali “Grandi padri”, “Guerrieri dell’orbita”, “Uomini e donne del cosmo russo”, “Dall’Italia alle stelle” (ci siamo anche noi, che credevate ?), “Il nostro futuro”. Niente di meglio per ripercorrere le vicende dei viaggi nello spazio, culminati nell’ambiziosa missione luna.
Un semplice quiz per i lettori di Diatomea:
Come si chiama l’area prescelta dalla NASA per l’allunaggio?
A) La prateria del silenzio
B) Il mare della tranquillità
C) L’oasi della pace.
Avete risposto correttamente ? Non ricordate? Bene, un buon motivo per leggere il libro.
20 luglio 1969, 20:17:40 UTC. Vi dice qualcosa questa data ? Gli italiani muniti di televisore in bianco e nero, in tutto due soli canali da farsi bastare, rimasero incollati allo schermo per vivere, comodamente da casa, un momento straordinario della storia dell’umanità: la missione Apollo 11, lo sbarco dell’uomo sulla luna, con il quale gli Stati Uniti vincono la competizione tecnologica e scientifica con l’Unione sovietica. Motivo del sorpasso: superiorità finanziaria e gestionale degli Stati Uniti.
Nel pieno fulgore di una guerra fredda alla ricerca di opportunità anche in campo aerospaziale, la cosiddetta “conquista dello spazio” era considerata un’arma strategica di primaria importanza per entrambi i blocchi.
Chi di noi al tempo era già grandicello ricorderà la telecronaca in diretta condotta da Tito Stagno, con il commento di Andrea Barbato, e il famoso battibecco con Ruggero Orlando in collegamento da Houston, riguardo al tempo esatto dell’allunaggio.
Un momento di orgoglio nazionale: Rocco Petrone, figlio di immigrati italiani, direttore dei lanci del programma Apollo, premette il pulsante proiettando l’umanità nella storia delle missioni lunari.
Dal curriculum dell’autore che ho riportato integralmente, ci rendiamo conto di avere di fronte un esperto del settore spaziale e testimone autorevole di imprese che hanno fatto sognare una generazione di donne e uomini, giovani e meno giovani, che vedevano nell’esplorazione spaziale un incentivo per un’evoluzione in positivo dell’umanità, un superamento del limite, l’emblema dell’irraggiungibile, un’avventura portatrice di scoperte benefiche in vari campi. Come conseguenza la crescita delle nostre aspettative di benessere diffuso nella società: malattie, guerre, povertà, avrebbero ceduto il posto alla prosperità e alla pace sociale. Una spinta universalista che alimentò l’immaginario popolare, dalla fantascienza alla realtà.
5 luglio 1989. Caprara incontra gli astronauti della missione Apollo 11: Neil Armstrong, Edwin Aldrin e Mike Collins. Una corposa intervista che si svolge nel Salone dell’aeronautica e dello spazio di Parigi-Le Bourget, per celebrare i vent’anni della “notte della luna”. L’autore soddisfa alcune nostre curiosità ponendo molte domande ai leggendari astronauti, fra cui quella vagamente insidiosa, rivolta a Neil Armstrong sul ruolo colonizzatore delle missioni lunari:
È giusto che gli Stati Uniti colonizzino la luna?
È un tipo di domanda molto ipotetica. Io sono sicuro che se avessimo continuato il programma di esplorazione che avevamo avviato, oggi disporremmo già di una base abitata e potremmo sfruttare le risorse naturali del nostro satellite estraendo per esempio ossigeno dalle rocce. Non ho dubbi comunque. Queste cose si faranno nel prossimo futuro.
Il nostro satellite sarà una pietraia del tutto inospitale, ma dai sassi qualcosa si può spremere per il bene dell’umanità.
Dalla prefazione dell’autore al suo libro Oltre il cielo:
“Ogni esplorazione, in particolare quella dello spazio è frutto di temerarietà, determinazione ma e soprattutto un’avventura dell’intelletto, della cultura proiettata verso nuovi confini.”
[…]Il libro è una storia dello spazio raccontata dalla voce dei personaggi che l’hanno realizzata. Ed è stato meraviglioso ascoltare la passione, l’entusiasmo, la visione che animava le loro parole, spesso intrise da una sorprendente umiltà. Testimonianze preziose, che ci portano nel futuro volando dalla fantascienza alla realta.”
Questo il sogno planetario di un Occidente che si era lasciato alle spalle, ormai da un ventennio, una guerra mondiale da dimenticare, senza contare un conflitto rovinoso in corso nel Sud-est asiatico; la voglia di un futuro salvifico fatto di vicende straordinarie è umanamente comprensibile. Ricordiamo che in Italia l’Autunno caldo delle mobilitazioni operaie era alle porte.
Un sogno di breve durata nel nostro Paese: il 12 dicembre 1969 la strage di Piazza Fontana darà l’avvio alla strategia della tensione.
Giovanni Caprara è editorialista scientifico del Corriere della Sera e ha seguito le imprese spaziali nei centri delle varie nazioni. È autore di numerose pubblicazioni sulla storia della scienza e dell’esplorazione spaziale tradotte in Europa e negli Stati Uniti, tra cui: Il libro dei voli spaziali (Vallardi); Era spaziale (Mondadori); Alla scoperta del sistema solare (con Margherita Hack, Mondadori); Abitare lo spazio (Mondadori); L’avventura della scienza (Rizzoli); L’Italia sullo Shuttle (Mondadori); Breve storia delle grandi scoperte scientifiche (Bompiani); Storia italiana dello spazio (Bompiani); The Complete Encyclopedia of Space Satellites (FireFly); Rosso Marte (Utet). Co-autore di Space Exploration and Humanity – A historical encyclopedia (ABC-CLIO). È curatore della sezione Spazio del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano e tiene lezioni sulla storia dell’esplorazione spaziale al Politecnico di Milano. Nel 2000 ha ricevuto il premio ConScientia come giornalista scientifico dell’anno, premio assegnato congiuntamente dalle università milanesi; nel 2010 l’European Science Writers Award della Euroscience Foundation; nel 2016 il Premio per la comunicazione scientifica della Società Italiana di Fisica (SIF). Dal 2011 è presidente dell’UGIS, Unione Giornalisti Italiani Scientifici. In riconoscimento della sua attività di divulgatore, l’International Astronomical Union ha battezzato in suo onore un asteroide in orbita tra Marte e Giove.
Rita Manganello è milanese di nascita, amante della fotografia e del cinema da quando ha memoria. Dopo gli studi classici e la Scuola di Giornalismo, ha lavorato in società multinazionali di primaria importanza nell’area della comunicazione e delle risorse umane, maturando un profilo professionale che le consente, oggi, di avere uno sguardo aperto alla contemporaneità. Giunta a fine carriera torna a dedicarsi alle passioni di un tempo fra cui la fotografia, il cinema, l’arte e la letteratura. Alterna l’attività di esplorazione fotografica a quella redazionale e si occupa di lettura dell’immagine per i colleghi fotografi.