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Se non puoi venire da me, vengo io da te

La casa in primo piano durante la pandemia. «Restate a casa!»

Questa l’esortazione del governo a partire dal primo lockdown, lo scorso anno, e in parte ancora oggi, la prudenza ci accompagna.

In particolar modo per quanto riguarda gli anziani, soprattutto coloro che si sono visti chiudere i centri diurni dove trascorrevano le giornate in un ambito relazionale e di accudimento, un sostegno alle famiglie che non sono in grado di garantire una presenza soddisfacente, impegnate nel lavoro e nella routine quotidiana non sempre dilazionabile.

Ma c’è chi non si è perso d’animo, come vedremo. Data l’importanza della socializzazione per le persone non più inserite nel sistema produttivo del Paese e già avanti negli anni, la Diaconia Valdese fiorentina ha promosso un’iniziativa lodevole, volta a sopperire la mancata frequentazione del centro diurno il Gignoro, da parte dei suoi assistiti.

Il Gignoro, per mano delle sue animatrici, si è quindi fatto carico di promuovere l’ideazione e intermediazione al progetto Arte in casa – percorsi artistici individuali per anziani a domicilio, finanziato dalla Cassa di Risparmio di Firenze e sviluppato in collaborazione con alcuni soggetti pubblici e privati quali: il Museo dell’Opera del Duomo, il Quartiere 2 del Comune di Firenze, il Quartiere 3 del Comune di Firenze, il Museo Casa Rodolfo Siviero, il Museo Horne, l’Associazione La Stanza dell’Attore, Silvia Logi Artworks, l’Associazione Culturale L’Immaginario.

Un percorso artistico ed educativo domiciliare al quale hanno partecipato piccoli gruppi di ultrasessantacinquenni, che hanno potuto usufruire gratuitamente di sette incontri tenutisi nella propria abitazione, gestiti da figure professionali specializzate nel lavoro assistenziale ed educativo, con l’obiettivo di esprimersi creativamente a contatto con l’arte, partecipando anche a visite virtuali nei musei che hanno aderito all’iniziativa.

«Ogni percorso artistico seguirà un programma codificato in fasi ed attività, che permetterà ai beneficiari di esplorare i diversi linguaggi artistico espressivi (fotografia, tecnica del collage, narrazione) e si concluderà con un momento di restituzione finale nel quale saranno presentati le produzioni artistiche dei partecipanti e un video collettivo che ripercorrerà l’andamento del progetto.»

Così raccontano le promotrici di questa bella iniziativa, consapevoli dell’importanza della socializzazione attiva dei senior che altrimenti finirebbero isolati nelle loro abitazioni: le bravissime Laura Biagioli – servizio di animazione Il Gignoro e referente progetto CoOpera-ività, Annalisa De Cecco – coordinamento centro diurno e domiciliare il Gignoro, Elisabetta Mantelli – ufficio comunicazione e sviluppo Diaconia Valdese fiorentina, Patrizia Minelli – assistente socio-assistenziale, Sara Pace – counselor e arteterapeuta.

Da una conversazione con Annalisa De Cecco, alla quale ho rivolto qualche domanda in merito all’attività ancora in corso: l’accoglienza del progetto da parte dei senior, le eventuali difficoltà incontrate, l’attenzione e partecipazione, i miglioramenti osservati e il successo dell’iniziativa, ho raccolto riscontri più che positivi in termini di entusiasmo dei partecipanti, anche quelli inizialmente un po’ diffidenti e loro pieno coinvolgimento nelle varie attività.

I miglioramenti a livello personale sono evidenti, a partire dal tono dell’umore, l’attenzione, la partecipazione, la minor diffidenza e l’ansia da prestazione. 

Dalle parole di Annalisa e colleghe:

«ci sentiamo davvero fortunate ad aver fatto un’esperienza così divertente e intensa. Per rompere il ghiaccio abbiamo iniziato con l’offrire questa opportunità agli anziani che frequentavano il nostro centro diurno, chiuso ormai da più di un anno, e in un certo senso abbiamo “giocato in casa” (per restare in tema!). Poi, dopo i primi tre cicli, abbiamo iniziato a inserire nel progetto persone anziane a noi perfettamente sconosciute: è stata una sfida, ma anche un grande privilegio essere “ammessi”, in questo tempo così complicato, nelle loro abitazioni.»

Penso sia meritevole di attenzione un esempio di lavoro eseguito durante gli incontri di Arte in casa; per rendere chiara la portata di questa iniziativa, vediamo nella pratica cosa ha realizzato Gianni P., assistito da Laura Biagioli, utlizzando del semplice materiale che aveva in casa.

Gianni si è ispirato alla tecnica del mosaico creativo dell’artista Silvia Logi. Partendo dalla fotografia del banchino di lavoro del padre orafo.

Racconta Laura Biagioli:

«osservando la foto, ci siamo lasciati suggestionare da un gioco di luci che si è venuto a creare in uno degli attrezzi, un cubo con le facce incavate che servivano a dare la forma curva alle lamine d’oro e d’argento: dava l’dea dello spazio con le stelle luminose. Così abbiamo immaginato una sonda spaziale, i pianeti e altri corpi celesti che abbiamo realizzato con materiali di recupero, molti dei quali messi a disposizione da Gianni stesso. Per me, di grande suggestione, è stato osservare il suo modo di procedere nella costruzione del mosaico: ha ripreso in mano le molle che usava in bottega e con maestria, cura e pazienza, per ogni pezzo cercava la giusta collocazione come se stesse incastonando pietre preziose.»

L’elaborazione del vissuto di Gianni si è resa palese nel contesto: dalla storia personale all’essere parte di un gruppo da lui definito affettuosamente aggregazione, toccando le tematiche ambientaliste fino a porsi le grandi domande sul senso della propria esistenza in rapporto all’universo.

Le operatrici del Gignoro impegnate nel progetto sognano una prossima riedizione di questa avventura così significativa dal punto di vista umano e di valore, in un tempo nel quale a causa della pandemia e non solo, le fragilità di chiunque non sia considerato “utile” in una società competitiva e divisiva, diventano ulteriore motivo di emarginazione, laddove la passività prende il sopravvento riducendo la già scarsa autonomia di questa fascia di popolazione.

Giusto un cenno a una precedente bella iniziativa del Gignoro che ho raccontato nell’articolo Dinamiche fotografiche in un centro anziani, con l’intenzione di ricordare a chi legge quelle che sono le alternative nobilitanti per chi si occupa dell’accudimento e intrattenimento delle persone anziane che meritano, dalla vita, una seconda possibilità.


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