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La Cornovaglia, già dal nome questa penisola ha qualcosa di intrigante: probabilmente sarà l’ultima volta che abbiamo calpestato il suolo di Sua Maestà, molto probabilmente il prossimo viaggio sarà agli antipodi.

Il motivo è presto detto: il primogenito si è trasferito per lavoro prima in UK e ora si sposterà in Australia con compagna e cane. Da qualche anno abbiamo la consuetudine di riunire la famiglia nell’occasione di un compleanno, e così è stato anche in questo 2019.

La Cornovaglia: sembra facile, è lì a sud della Gran Bretagna…in realtà per raggiungerla è necessario – per me che parto da Palermo – un cambio di aereo a Londra.

The Headland Hotel

Praticamente due giorni di viaggio, uno all’andata ed uno al ritorno.

E da Londra bisogna fruire dei costosi servigi di una compagnia locale, che utilizza aerei ad elica di piccole dimensioni, e che consente il trasporto a bordo di un trolley di dimensioni lillipuziane, di modelli in commercio forse solo nelle città dove vivono i Puffi.

Cominciamo con Newquay, abbiamo stabilito la nostra base qui anche per via del fatto che la spiaggia di Fistral – a Newquay – è conosciuta come il paradiso dei surfisti: intendiamoci, dei surfisti nordici che affrontano le onde con la muta felpata anche in estate, e che possono vedere spuntare tra i frangenti la testolina di una foca. Parlavo dei surfisti, siccome il primogenito ha una seconda vita da Mercoledì da Leoni, ecco chiarita la scelta.

L’albergo – in stile vittoriano ma funzionale – si erge su uno sperone di roccia sopra la spiaggia, che cambia larghezza (anche di centinaia di metri) al variare delle maree: una location molto cinematografica, ed anche confortevole, dalla quale si raggiunge in pochi minuti a piedi il centro di Newquay.

Fistral Beach alla mattina presto, con la bassa marea.

Per noi, non abituati al fluire delle maree, lo spettacolo era veramente interessante, così come è stato interessante scoprire che il deflusso delle acque non lasciava sulla battigia residui di plastica: in quella zona non si vendono bottiglie o bicchieri usa e getta.

Ciò che al mattino si trova sulla spiaggia sono poche alghe, qualche piuma e qualche impronta di uccello marino, o orme di cani: sappiamo che il miglior amico degli inglesi è il cane, e in effetti praticamente tutte le famiglie ne possiedono almeno uno, che portano ovunque.

Nell’Hotel di Newquay, ad esempio, il breakfast del mattino ci veniva preparato spostando il tavolo in una sala attigua alla sala colazione, con i medesimi comfort, in modo che Otto – il cane di famiglia – e gli altri cani non venissero disturbati dai bambini o dal passeggiare nervoso degli ospiti ai buffet.

Tracce sulla battigia

È stato interessante scoprire come, dopo la marea, sulla battigia non si ritrovassero rifiuti ma solo alghe, piume, sassi, qualche medusa spiaggiata, orme di uccelli e di altri animali.

Probabilmente la forte propensione degli esercizi commerciali di questa zona ad essere plastic free contribuisce a far sì che la plastica non finisca in mare, a frantumarsi e a inquinare.

A Godrevy Towans abbiamo visto le foche, che nuotavano liberamente nelle gelide acque sotto la scoscesa scogliera. Anche qui, un comodo parcheggio, dei sentieri segnati e una ragionevole passeggiata per raggiungere luoghi di sicuro interesse fotografico.

Truro è una cittadina, praticamente la capitale della Cornovaglia, con belle strade larghe e un buon numero di fricchettoni. C’è una gran cattedrale e come sempre tanti parcheggi che non ti obbligano a camminare per chilometri per raggiungere il centro storico.

Truro

Ci sono, come in molte altre città, negozi che fanno vendite attraverso le quali vengono sovvenzionate attività che il rigido welfare inglese ha eliminato, come le eliambulanze: praticamente quelle che soccorrono le vittime di incidenti stradali o in montagna sono gestite da una sorta di onlus.

St ives è un altro di quei porti di pescatori che partivano a sfidare l’Atlantico a caccia di sardine e merluzzi: oggi è un luogo dove le piccole case sono diventate esclusive residenze per ricchi, e tutto sommato la zona ha un nonsoche di mediterraneo. Abbiamo provato anche “il miglior fish&chips” della Cornovaglia, non so formulare un giudizio perché non sono esperto di fish&chips. Anche qui, un tot di freaks e un putiferio di gabbiani affamati davano colore al borgo. 

A Tintagel il mito locale colloca la sede del castello di Re Artù: si fa una bella scarpinata (il servizio a pagamento di Land Rover era sospeso) e si arriva a godere del panorama di un bel promontorio, che però quando siamo andati noi era inaccessibile a causa del crollo del ponte che lo congiunge alla terraferma: i lavori erano in corso e so che ad agosto sono stati completati. Sicuramente una visita guidata avrebbe saputo ricreare l’atmosfera magica di Ginevra e Lancillotto.

A Padstow abbiamo festeggiato una occasione importante in un ristorantino stellato collocato dentro una tipica abitazione locale, arredata con opere d’arte moderna e dal servizio affettuoso e familiare, ci hanno fatto sentire a casa e poi anche qui abbiamo scoperto che una delle ragazze che ci lavora è italiana (una costante).

Osservate l’altezza delle mura e dei moli, per avere un’idea del movimento delle maree, veramente impressionante!

No, non ho sbagliato le foto del viaggio: esiste un Mount St. Michel pure qui, e si assomiglia anche all’altro collocato sulla costa opposta del continente europeo. Quando garba alla marea, la stradina lastricata si scopre, e si può raggiungere a piedi l’isolotto dove risiedono alcuni fortunati benestanti. Non so come ci si viva in inverno, dato che a fine luglio non era esattamente caldo.

Portreath è una piccolissima baia, situata allo sbocco di un fiume, dove come ovunque qui in Cornovaglia hai un parcheggio, la consueta tabella con le indicazioni meteorologiche ad uso di bagnanti e surfisti e diversi localini dove aspettare chi decide di fare una sosta e surfare per un po’. E così abbiamo fatto pure noi, dato che il figlio con tavola al seguito voleva provarle proprio tutte.

Island’s end: il punto più a ovest dell’isola britannica. Naufragi rovinosi e passaggi di cetacei, e un gran panorama, condito da tanto vento. Peccato che abbiano ricreato una specie di orrendo luna park che toglie tanto alla “wilderness” dei luoghi e prova a spillare sterline tramite l’acquisto di paccottiglia e l’accesso a sale dove vengono proiettati cartoni animati e improbabili documentari. Però se ci si accontenta di fare un giro per scattare qualche foto, l’unica spesa sarà quella del parcheggio.

Uccelli ne abbiamo visti tanti: i gabbiani non sono particolarmente ben visti, e viene suggerito da numerosi cartelli di non dar loro da mangiare, di non abbandonare cibo in strada e comunque di non consentire loro di avvicinarsi: al di là della maestosa bellezza possono diventare aggressivi e procurare ferite agli imprudenti. Sotto, una inquietante taccola dagli occhi azzurri.

Una Taccola dagli occhi azzurri, fissa il fotografo riportandogli alla mente Hitchcock.

Titoli di coda…

Gita effettuata l’ultima settimana di luglio: abbiamo volato fino a Londra e poi da Londra a Newquay con una compagnia locale low-cost. Abbiamo girato con la macchina del figlio inglese, che aveva sempre la tavola da surf cinghiata sul tetto, tre uomini, due donne e Otto, il cane.

In Cornovaglia non si spende molto per mangiare e si mangia a qualsiasi ora, durante il giorno: di sera se entrate in un ristorante dopo le 21 vi potrebbero dire che la cucina è chiusa, d’altro canto loro cominciano a mangiare e bere poco dopo le 17.

(dopo la gita il figlio inglese ci ha annunciato che lui, la compagna e il cane si trasferiscono in Australia, dove una università più importante e più ricca ha bisogno di lui. Quindi aspettatevi a breve un altro reportage dal titolo “gita in Australia”).


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