Cominciando a capire il mondo attraverso l’immagine,
capivo l’immagine, la sua forza, il suo mistero
Michelangelo Antonioni
Ritrarre stanze e scorci di ambienti rientra nell’ampia casistica della fotografia universale, dai grandi autori ai fotografi amatoriali.
La fotografia d’interni la incontriamo prevalentemente nelle riviste di arredamento, dove appaiono simmetrie confortanti, composizioni eccellenti che raffigurano equilibri impeccabili che si riscontrano in spazi ben progettati.
Ma qui siamo alla ricerca di una visione più calda degli ambienti, che si contrappone a quella degli spazi ripresi nella loro fredda staticità.
La relazione fra gli oggetti è l’elemento chiave di questo genere di fotografia, che ci porta nel mondo interiore dell’autore dello scatto, colui che vede e porta a galla, con un colpo d’occhio, ciò che affonda nella sua immaginazione, riscontrabile negli oggetti di uso quotidiano.
Sia detto per inciso, mi spingo a volte in vertiginose correlazioni tra cinema e fotografia: Michelangelo Antonioni nei suoi film indugiava nel riprendere gli oggetti di un interno, invitando lo spettatore a godere di una semiosi del tutto intenzionale.
Patrizia Minelli è una buona interprete di questi istanti di luoghi, e ci trasporta nel suo mondo di piccole cose, nel suo sogno. Gli oggetti si riscattano dalla passività che viene loro abitualmente assegnata e diventano protagonisti di una storia da ricostruire partendo dai frammenti di un ambiente.
Per ricordare un nome altisonante, Diane Arbus, celebre fotografa del Novecento, nota prevalentemente per i suoi freak, eseguiva anche foto di interni, espressione di quell’enigmaticità che le era propria, interprete della fotografia senza data scadenza.
Nella società della fotografia di massa privilegio queste esperienze più singolari, che si differenziano dall’opacità di visione derivante da un uso inconsapevole del mezzo fotografico.
Detto e ridetto da tutta la letteratura critica sulla fotografia, la scelta di un soggetto ha un’intenzionalità che oscilla tra il vissuto dell’autore e la cultura di appartenenza, le esperienze di vita, la concezione estetica.
Vi lascio ora alle fotografie di Patrizia, con l’invito a soffermarvi sulla sua narrazione: cercate le risonanze se ve ne sono per voi.
Tutte le immagini contenute in questo articolo sono soggette a copyright © Patrizia Minelli
Rita Manganello è milanese di nascita, amante della fotografia e del cinema da quando ha memoria. Dopo gli studi classici e la Scuola di Giornalismo, ha lavorato in società multinazionali di primaria importanza nell’area della comunicazione e delle risorse umane, maturando un profilo professionale che le consente, oggi, di avere uno sguardo aperto alla contemporaneità. Giunta a fine carriera torna a dedicarsi alle passioni di un tempo fra cui la fotografia, il cinema, l’arte e la letteratura. Alterna l’attività di esplorazione fotografica a quella redazionale e si occupa di lettura dell’immagine per i colleghi fotografi.