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Un tema delicato, una vicenda segreta nell’animo, che l’autrice ha voluto condividere in fotografia, conferendo a se stessa l’incarico gravoso di rappresentare tutte le donne che hanno subito la mutilazione di un seno o di entrambi, alle prese con un male che lascia poco spazio alla serenità, per non dire all’ottimismo.

Una donna  – giovane – che osserva il suo corpo trasformarsi in un “Altro” meno familiare e rassicurante; l’autrice osserva il cambiamento attraverso l’obiettivo della macchina fotografica, suoi scatti che testimoniano, silenziosamente, quello che il senso comune definirebbe un’esperienza lacerante.

Con questo portfolio di genere concettuale, Maria Cristina ha vinto la XVII edizione di Portfolio Italia – GRAN PREMIO fujifilm organizzato dalla fiaf – Federazione Italiana Associazioni Fotografiche.

Vorrei quindi riferire le mie impressioni su questo lavoro, in considerazione del tipo di rappresentazione che ne ha dato l’autrice, il registro adottato nel raccontare il suo vissuto, senza per ciò darne una valutazione di merito, perché non è questo lo scopo.

Il lessico è scabro, sono immagini fredde, anzi glaciali, una fotografia denotativa al limite del minimalismo, sterilizza l’emotività spogliando l’immagine di tutte le sfumature della pratica del dolore, privandoci delle icone confortanti della sofferenza.  L’autrice ha volutamente creato uno scarno catalogo di elementi, ossia gli oggetti della cura, corollario di un corpo ferito che si mostra in tutta la sua disarmante realtà:  una cicatrice esistenziale, difficile da dimenticare, una semiosi disturbante.

Avrà voluto, Maria Cristina Comparato, esprimere una deliberata protesta nei confronti degli stereotipi della femminilità, che ancora invadono lo spazio della nostra visione della donna, effige perfetta di un’estetica imposta culturalmente ?

Lo sfondo bianco accentua la sensazione di vita sospesa e il disagio dell’osservatore che non trova alcun appiglio per sviare lo sguardo: lo schiaffo lo sento arrivare.

Qui nulla è sfumato, accennato, tutto è evidente, lo straniamento non è celato e il fragile ramoscello simboleggia una caducità che si vorrebbe ridimensionare a favore della speranza.

Quale operazione ha voluto compiere questa giovane donna, offrendosi ai nostri occhi con cruda determinazione ? La risposta potrebbe essere contenuta nella penultima fotografia dello sfondo vuoto. Ma anche l’ultima immagine potrebbe contenere un indizio; a noi la conclusione, liberi di sentirla sotto la pelle.


Copyright immagini: Maria Cristina Comparato