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Per accompagnare la lettura del sesto episodio della serie sui grandi designer di cover art, come di consueto Valerio Michetti ha preparato la sua esclusiva playlist:

Mondi lontanissimi. La copertina di Aoxomoxoa (1969), creata da Rick Griffin per i Grateful Dead fu il “primo grande shock visivo” di Roger Dean, comprò l’album prima di possedere un giradischi. –

William Roger Dean è nato il 31 agosto 1944 ad Ashford, Kent. Insieme al fratello Martyn e alle sorelle Penny e Philippa, è cresciuto tra Grecia, Cipro e Hong Kong al seguito del ruolo del padre, ingegnere dell’esercito. La storia naturale lo ha affascinato fin da piccolo e ad Hong Kong ha conosciuto il Shan Shui, l’antica arte della pittura paesaggistica cinese, che influenzerà in modo determinante il suo futuro d’artista e a cui dedico una breve parentesi: 

Shan Shui, ‘montagna e acqua’, le montagne sono vicine al cielo e sono le dimore degli immortali. Secondo la filosofia taoista, cielo e terra coesistono in perfetta armonia generando l’immenso flusso cosmico della natura, rispetto al quale gli esseri umani sono insignificanti.  L’antica pittura paesaggistica cinese esprime questa filosofia ritraendo la relazione tra il creato e il cosmo, con estrema venerazione per le forze della natura e rispetto per equilibrio tra yin e yang: le montagne sono alte e forti e rappresentano lo yang, mentre l’acqua, morbida e fluente, rappresenta lo yin. 
Nello Shan Sui l’artista deve rappresentare sia la forma sia lo spirito del soggetto, ne deve catturare il significato interiore; il fenomeno naturale deve essere dipinto creando armonia tra il suo animo e la sua energia.  

Le tracce lasciate dal Shan Shui saranno evidenti nel lavoro di Roger Dean, che ha affermato come il paesaggio “e i percorsi che lo attraversano”, sono la sua più grande influenza e fonte di ispirazione:

“Un giovane ragazzo scala una ripida collina di notte. Con cautela, si fa strada tra i grovigli di macchia sparsa che si aggrappano al lato di Lion Rock; dal suo punto di vista può vedere Kowloon diffondersi davanti a lui, il cui nome deriva dai “nove draghi” rappresentati dai picchi montuosi che circondano la zona. Subito sotto, l’ultima casa dell’alloggio riservato al personale dell’esercito britannico a Hong Kong, dove vive con i suoi genitori, si rannicchia nella criniera di Lion Rock.  Sotto i suoi piedi il tempo si ferma, lo scorrere di milioni di anni si solidifica nel granito.  Sopra di lui, una miriade di stelle lontane ammiccano attraverso il bagliore perlescente di una gloriosa notte di luna.  È stato semplicemente magico”.  Così racconta Roger Dean di una notte che simboleggia il suo desiderio di connettersi con l’ambiente costruito e con l’ambiente naturale insieme.

“I just loved pathways and landscapes. It was burned into my soul, if you like,”

Nel 1959 torna in Inghilterra con la famiglia,  frequenta la Ashford Grammar School e nel 1961 il Canterbury College of Art, dove si diploma in Design.  Prosegue gli studi al Royal College of Art, dove si laurea nel 1965. 
Ancora studente, Dean crea il design della “Sea Urchin Chair”, progetto studiato e completato nel 1967 al Royal College in collaborazione con Cherrill Scheer e di cui ha depositato il brevetto nell’anno successivo, una sedia che si comprime che si adatta completamente alla forma di chi la utilizza.  Oggi la sedia fa parte della collezione permanente del Victoria and Albert Museum.

Il primo lavoro dopo il college gli viene commissionato nel 1968 dalla Ronnie’s Scott Jazz Club di Londra, per cui disegna le poltroncine panoramiche del secondo piano rialzato.  Questa è l’occasione che lo introduce nel fantastico mondo delle copertine dei vinili, Dean stesso racconta che: “Vedendo il mio sketchbook, Ronnie Scott mi chiese se volessi disegnare la copertina per una band di cui era produttore:The Gun, e io l’ho fatto.”.

Subito dopo crea la copertina e il logo per Osibisa, una band formata da musicisti provenienti da Ghana, Nigeria e Caraibi che produce musica afrobeat.  
Dean illustra la copertina del loro primo vinile con surreali animali ibridi elefanti-insetti in una tundra dalle sfumature arancio infuocato.  Un quadro apparentemente in contrasto con il nome della band e titolo omonimo del progetto musicale, “Osibisa” è traducibile con “ritmi incrociati che esplodono di felicità”, la cui visione invece ci porta a respirare l’armonia cosmica di uno scenario in cui un personaggio surreale agisce e si muove in un quadro realistico, componendo un intreccio narrativo perfetto con il contenuto musicale, incredibilmente senza alterare la percezione spazio-temporale dello spettatore.

Osibisa

Nel 1970 Dean disegnò il logo per l’etichetta indipendente Fly Records e creò per il loro musicista Marc Bolan la copertina di un singolo; le circostanze lo costrinsero a scrivere a mano le note di copertina e i testi. Un caso che diventò un successo e una tecnica che continuò ad utilizzare anche in seguito, non apprezzerà più la progettazione grafica classica: “Non sembra pulito e moderno. Sembra grigio, noioso e aziendale.  Ovunque guardassi c’era un mondo grigio e sterile, ma i vestiti molto colorati, la musica fantastica, l’intera cosa di Age Of Aquarius che era nell’aria in quel momento, portava colore e speranza. Dal punto di vista tecnologico, le cose erano ugualmente eccitanti. 2001: Odissea nello spazio di Kubrick è stato girato quando ero uno studente e il Concorde stava per volare. Come studenti, siamo andati a Bristol per vedere che era in costruzione e, naturalmente, subito dopo aver lasciato il college, gli uomini stavano camminando sulla luna”.

Ormai sedotto dal mondo della musica, si propose a Phil Carson di Atlantic Records, che lo scelse per la copertina del quarto album degli Yes: “Fragile”, primo album con Rick Wakeman.  Nacque così la storica avventura tra Dean e gli Yes, che ci ha regalato una collaborazione artistica senza precedenti, un sodalizio in cui il lavoro visuale è la magnifica estensione della produzione musicale, il chitarrista del gruppo Steve Howe disse: “C’è un legame piuttosto stretto tra il nostro suono e l’arte di Roger”.   Dean: “Volevo che i dischi fossero rivestiti da immagini che riflettessero gli ambiziosi mondi sonori che stavano tentando di creare.”

Fragile – Yes

Dean non disegna semplicemente un’immagine per la copertina, ci catapulta in un nuovo orizzonte tematico trasformando il titolo in una storia di fragilità, che conduce in un mondo fantastico, lega il modulo musicale ad una storia visionaria “su un bambino che sognava di vivere su un pianeta che si stava disgregando, ha dovuto costruire un’arca spaziale per trovarne un altro su cui vivere, e ha portato con sé tutti i pezzettini del pianeta “.
Un mondo utopico costituito da magia, natura e una forte componente tecnologica retro-futuristica, punto di arrivo di un lungo percorso di ostilità verso i rigori della conformità e del design moderno, che considera “Un sistema di credenze con manie di razionalità” e che risale al periodo di studio di design industriale al Canterbury College Of Art; negativamente  impressionato dal dominio della scuola di architettura brutalista, affermò: “Perché diavolo progettiamo case per le persone che sono scatole? Mi è stato detto che avrei dovuto leggere The Modulor di Le Corbusier. L’ho letto e ho pensato: “Che stupefacente carico di stronzate!”.

Da questo momento in poi Dean ha curato quasi tutte le copertine degli Yes, insieme al fratello Martyn ha progettato anche le scenografie di moltissimi loro concerti. Dopo le copertine di Fragile e Close to The Edge, nel 1972, durante un viaggio in treno,  per gli Yes ha creato l’iconico logo “bolla”.
Nel 1973 disegna la copertina simbolo di “Tales from Topographic Oceans“, che resta una delle più conosciute e riconoscibili, un’opera che trasfigura l’unione perfetta tra musica ed arte visuale.
Dean stesso ce ne descrive la base concettuale e sottolinea ancora una volta la natura del suo lavoro: “Beh, i paesaggi sono sempre stati la mia ispirazione e continuo a pensare a me stesso principalmente come un paesaggista. Tales from Topographic Oceans… ero davvero io che cercavo di trasmettere il mio entusiasmo per i paesaggi.”

Tales from Topographic Oceans

Il suo lavoro con gli Yes e le sue visioni ultraterrene costituiscono una pietra miliare che segna la storia del design delle confezioni dei vinili e sono ancora oggi fonte di ispirazione in numerosi ambiti; tra gli altri il suo libro “Views” (1975), pubblicato con Dragon Dream, casa editrice fondata dallo stesso Dean in società con gli olandesi Chevalier, fu a lungo al primo posto nella lista dei best seller del New York Times e venne utilizzato per ispirare il design delle scenografie di Star Wars, Episode IV – A New Hope (1977).

Disegna copertine per Gentle Giant, Asia, Atomic Rooster, Uriah Heep, Greenslade e moltissimi altri. Ma la sua è una carriera prolifica e poliedrica: nel 1981 sviluppa con il fratello Martyn il progetto “Tectonic House” esposto all’International Ideal Home Exhibition di Birmingham. Una soluzione abitativa futuristica nata dalla famosa “Retreat Pod, presente anche nel film di Stanley Kubrick “A Clockwork Orange.”
Nel 2004 lavora alla sua idea architettonica “Homes for Life“, case futuristiche dal design a base curva, totalmente prive di angoli retti, da produrre in serie a prezzi competitivi.

Retreat pod – arancia meccanica

Negli anni ’80 collabora allo sviluppo del videogioco “The Black Onyx” di Henk Rogers, realizzando circa 4000 tavole insieme al fumettista Michael Kaluta.  In seguito lavora alle copertine per Shadow of the Beast e Obliterator di Psygnosis, crea la copertina di Tetris Worlds e riprogetta il logo di Tetris.  Disegna il logo della Virgin Records e molti altri, la sua “Logo Collection” è degna di un pellegrinaggio virtuale.

Nel 2002 riceve il dottorato honoris causa dalla Academy of Art University di San Francisco, nel 2009 una borsa di studio onoraria dalla Arts University Bournemouth, nel 2013 il Gold Badge of Merit dalla British Academy of Songwriters, Composers and Authors.
Nel carnet di Roger Dean sono presenti molte pubblicazioni, tra cui libri: “Magnetic Storm”, nel 1984, dove sono raccolte le opere realizzate in collaborazione con il fratello Martyn;  “Album Cover Album”, che ripercorre la storia delle cover album, realizzato in collaborazione con il design team di Hipgnosis, Dominy Hamilton, David Howells e  Storm Thorgerson.

Dean vanta una galleria permanente nel Regno Unito, la Trading Boundaries, interamente dedicata al suo lavoro con opere originali e stampe, schizzi e disegni in edizione limitata.   Negli Stati Uniti è rappresentato dalla San Francisco Art Exchange.

Chiudo questo articolo con dei poetici puntini di sospensione, con il proposito di tornare a viaggiare nel mondo fantastico di Roger Dean.

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