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In ogni epoca ed in qualsiasi parte del mondo, ogni cultura ha utilizzato degli accorgimenti per far risaltare il proprio corpo, ai fini religiosi, culturali o semplicemente estetici; infatti le acconciature dei capelli, i tatuaggi sulla pelle, le orecchie forate, i gioielli e l’abbigliamento possono essere interpretati come messaggi che l’essere umano invia verso l’esterno per esprimersi.

Il trucco è sempre stato ritenuto un messo importante di comunicazione, nell’antichità era usato per mettere in contatto l’essere umano con la divinità, non a caso in quasi tutte le danze sacre i danzatori prestavano molta cura ed attenzione al trucco.

IL TRUCCO NELL’ANTICO EGITTO

Il trucco, come si può vedere tutt’oggi dai meravigliosi decori che ancora accompagnano i siti archeologici, era già noto ai tempi dell’antico Egitto, dove Re e Regine erano soliti decorare il proprio viso esaltare la propria bellezza. Anche se gli antichi egizi non avevano la tecnologia di produttori di trucco di oggi, hanno usato le risorse disponibili della terra che li circondava per creare i cosmetici.

Trucco degli occhi

Delineare lo sguardo si tramandò anche agli egizi, molto famosi per la loro bordatura attorno agli occhi, che si allungava fino alle tempie e comprendeva anche le sopracciglia. Questi ultimi infatti, sono la documentazione più importante che abbiamo nei giorni nostri sull’abbellimento del viso. Nella colonna delle offerte del Museo di Leida, sono elencate più di cento sostanze cosmetiche e aromatiche usate nelle pratiche di bellezza. Le numerose raffigurazioni del Dio Bes, patrono dei trattamenti cosmetici, ed il suo culto ampiamente diffuso, sono la testimonianza dell’amore che questo popolo aveva per la bellezza espressa con eleganza ed estrema raffinatezza in tutte le manifestazione dell’arte. Il significato della bordatura dell’occhio era collegata al Dio Horus, il Dio falco, animale dall’occhio bordato di nero. Tutta la popolazione usava dipingersi gli occhi, seguendo la leggenda, tale pratica serviva “per ridonare la vista ad Horus”, rimasto cieco di un occhio nella battaglia contro Seth, per il trono dell’Egitto. Egli simboleggiava salute, integrità e salvezza. Tutti portavano al tempio del Dio oli, unguenti e cosmetici per ridonargli forza. Le misture che realizzavano non erano solo a fini estetici, ma avevano anche un potere curativo ed igienizzante, e data la loro fissazione per l’igiene, che era collegata alla purezza dello spirito, nelle case furono costruiti anche servizi igienici.

Gli antichi Egizi crearono il trucco degli occhi con due tipi di minerali. L’ “udju” era il trucco degli occhi verdi a base di malachite verde, un minerale di ossido di rame di colore verde chiaro. Estratta in Sinai, la malachite è stata importata in Egitto, dove gli antichi Egizi trasformando la pietra in trucco schiacciandola e mescolandola con un liquido o gel, di grassi animali, olio o acqua. Gli occhi erano considerati la massima espressività dell’anima.

Gli Egizi usavano un processo simile per creare il trucco nero degli occhi che è cosi spesso visto su maschere e dipinti d’epoca. Miscelavano la galena, un minerale di piombo di colore nero, con grasso, olio o acqua creando il “khol”. Gli antichi Egizi conservavano i loro udju e khol in tavolozze o vasetti, stretti con una bocca stretta e corpo massiccio, e applicavano il trucco intorno agli occhi con un bastoncino di legno, pietra o avorio.

Usavano il trucco non solo per scopi cosmetici, in quanto credevano che servisse anche per scopi pratici, medicinali e spirituali. Applicavano il khol per scacciare le mosche, proteggere i loro occhi dal sole e, a causa delle qualità della galena di disinfettante, per prevenire e curare le malattie degli occhi.

Le madri applicavano il khol per gli occhi ai loro bambini appena nati per prevenire le malattie e scongiurare le maledizioni.

Capelli e unghie

Gli antichi Egizi utilizzavano i cosmetici anche per colorare i capelli e le unghie. Usavano una forma di henné che è una tintura derivata dalla arbusto henné, originario dell’Africa. Essiccavano e macinavano le foglie e i germogli della pianta dell’henné.

La polvere poi veniva aggiunta al grasso, l’olio o l’acqua per formare una pasta che poteva essere applicata ai capelli e alle unghie per ottenere una tinta gialla o arancione. Gli antichi Egizi utilizzavano anche fare tatuaggi all’henné.

Skincare e profumi

La pelle invece, bisognosa di protezione da un clima torrido e dalle sabbie del deserto, veniva protetta con degli unguenti profumati, in cui era compreso anche l’uso del miele, che veniva spalmato in viso o sul corpo, cosi l’epidermide si manteneva morbida. Inoltre nei tempi antichi il sapone per lavare il corpo era sconosciuto, pertanto gli oli e gli unguenti erano degli efficaci detergenti usati anche per motivi igienici, grazie all’azione antibatterica di molti oli essenziali.

Ma l’ingegno egiziano prevedeva anche una sorta di “invenzione” una crema scrub per l’epidermide, realizzata con carbonato di sodio, miele e sale marino, ottima per ammorbidire e levigare la pelle del corpo.

Le donne egiziane erano anche molto attente alle rughe, per stendere la pelle e ringiovanirla, venivano creati unguenti appositi, in grado di distendere le cellule epidermiche con sostanze assolutamente naturali.

Infine, i profumi. Nell’Antico Egitto il profumo era molto usato, sia da uomini che da donne, e per farlo venivano usati unguenti specifici ed oli profumati, estratti direttamente dalle piante e dai frutti, come la loce della moringa.

Tutti i riti di bellezza egiziani erano usati anche nelle cerimonie religiose, durante i quali gli antichi egizi tenevano molto alla cura personale estetica.

Lo scienziato Philippe Walter cercò di capire esattamente di cosa si nascondeva dietro la credenza del make-up curativo; cosi ha utilizzato un sofisticato sistema, la rilevazione dell’effetto del sale cloruro di piombo su una singola cellula.

Rilevando che le difese immunitarie vennero stimolate da questa sostanza a reagire contro l’attacco di batteri. Insomma, oltre a quello di aver edificato le piramidi, gli antichi egizi va anche il merito di aver inventato il make-up salutare.