L’altra metà del cielo

Chi vola vale. Chi non vola non vale. Chi vale e non vola è un vile.Così recita un motto dipinto in una delle sale nel luogo del mio lavoro.

Oltre a ciò che il volo ha sempre suscitato nella mia mente di bambino (il mio sogno di “cosa farò da grande?” era quello di essere pilota d’aereo), avere a che fare con tutto ciò che ruota intorno all’aviazione, seppur militare, è stata una costante, per ironia della sorte, sino alla mia attuale età.

Sempre per destino ho praticato uno sport sul fiume di Roma che mi ha fatto conoscere lo Scalo de Pinedo; e ancora, aver costruito modellini per molti anni ha rafforzato questa mia passione per il volo, la tecnica, la progettazione.

Un aereo.

Da quando i fratelli Wright compirono il primo volo, o, se si vuole, realizzare il sogno di Icaro, l’industria aeronautica si è sviluppata negli anni in modo esponenziale. Sono cambiati ed evoluti i materiali, le tecniche costruttive, la potenza e la resistenza, grazie anche a quei pionieri che, molte volte, in imprese ardue hanno anche messo a rischio la propria vita, quando anche non l’hanno persa.

Molti nomi potrebbero essere menzionati, tanti, soprattutto per imprese legate a momenti storici, ahimè, con dittature, ma anche democrazie, poi divenute potenze mondiali.

Ma il sogno di portare avanti imprese audaci, come il lancio di volantini su Vienna, idea dannunziana e atto futurista, hanno avuto modo di essere portate a termine.

Bisogna solo vedere queste imprese senza pregiudizio, togliendo l’occhio critico sugli idealismi autoritari che in quegli anni hanno, forse, potuto dare spazio a dei fondamentali romantici …

Molti piloti sono legati strettamente al velivolo che scelgono, probabilmente per affinità, o valutazione tecnica. Altri hanno addirittura partecipato alla loro progettazione e costruzione.

Le fabbriche di velivoli nascevano quasi dal nulla, oppure riconvertite ed ampliate da fabbriche di biciclette. E tutto questo ha avuto modo di essere ribaltato nel secondo dopoguerra, tra residuati bellici adibiti a macchine agricole, o motociclette. Purtroppo e per fortuna il “non si butta via niente” nel post bellicismo ha dato natalità a grandi idee come la Vespa o le motociclette Triumph.

Ma ciò che mi ronza in testa da qualche giorno, complice una pubblicità alla stazione, è la persona di Amelia Earhart.

Una Donna.

Nel mio luogo di lavoro, un ambiente prettamente maschile e maschilista, le donne, soprattutto le Donne-Pilota, non hanno spazio ad affermarsi, o a dimostrare le loro capacità. E per questo vorrei raccontare di Amelia.

Della sua intraprendenza, nel pensare e voler affermarsi soprattutto come donna, in un periodo storico tra le due guerre.

Non voglio citare numeri, record o primati, né celebrare la vincita di una competizione, poiché la sfida è solo con se stessi.

Amelia Earhart nasce il 24 luglio del 1897.

Immagine presa da: https://biografieonline.it/biografia-amelia-earhart

A 23 anni, si reca, insieme col padre, a un raduno aeronautico presso il Daugherty Airfield e,  per la prima volta, sale a bordo di un biplano per un giro turistico di dieci minuti sopra Los Angeles. È in quell’occasione che decide di imparare a volare. Comincia a frequentare le lezioni di volo e, a un anno di distanza, con l’aiuto della madre, acquista il suo primo biplano, con il quale stabilirà il primo dei suoi record femminili, salendo a un’altitudine di 14.000 piedi.

Nel 1928 a Boston (Massachussets), Amelia viene scelta da George Palmer Putnam, suo futuro marito, per essere il primo pilota donna a compiere il volo trans-oceanico.

chi vola vale

Il coraggio e l’audacia di Amelia Earhart, che si applicano ad attività che allora erano aperte principalmente agli uomini, si coniugano mirabilmente alla grazia e al gusto tipicamente femminili. La donna diviene infatti disegnatrice di moda studiando un capo particolare d’abbigliamento: la mise di volo per le donne aviatrici.

Disegnerà, infatti, nel 1932 (lo stesso anno della trasvolata), per la Ninety-Nines, un capo di abbigliamento particolare costituito da pantaloni morbidi, corredati da cerniere e grosse tasche. Modello che poi diverrà di uso comune, anche oggi, tra i piloti anche militari.

immagine di AP Photo/File

La trasvolata.

Amelia Earhart nel 1935 è la prima donna al mondo ad aver effettuato voli in solitaria nel Pacifico, ma anche la prima ad aver volato in solitaria sia sull’Oceano Pacifico, sia sull’Oceano Atlantico. Il suo sogno più grande rimane però quello del giro del mondo in aeroplano.

Lady Lindy, come viene soprannominata, completando l’impresa il 21 maggio con un Lockheed Vega, ha impiegato quattordici ore e cinquantasei minuti per volare da Terranova a Londonderry nell’Irlanda del Nord. Il suo soprannome nasce dal fatto di averla paragonata a Charles Lindberg. Con un paradigma poco appropriato. Certo Lui ha dato inizio a molto nella storia dell’aviazione. Ma Amelia è unica e non accetta molto il paragone con un uomo per fare di sé una affermazione vivente, anche se è uno dei suoi padri ideativi.

La figura di Amelia Earhart è il frutto di una grande operazione di marketing fin dall’inizio delle sue imprese ed è un’immagine commerciale che ancora funziona.

Dopo il successo della trasvolata atlantica in solitaria nel 1932, Amelia visita l’Europa dove viene accolta come un Capo di Stato. A Roma incontra Mussolini e Italo Balbo che poi si ispirerà proprio a lei per la sua impresa atlantica.

Il velivolo.

Un Lockheed L-10 Electra EA, con la dicitura aggiuntiva EA appunto per Amelia Earhart, che venne appositamente modificato: infatti la fusoliera venne attrezzata con serbatoi del carburante realizzati su misura (in modo da poter sostenere senza problemi viaggi più lunghi).

Immagine presa da: http://www.ilgiornale.it/news/unica-bella-e-impossibile-amelia-regina-dei-cieli-che-vola-i-1079305.html

Ad accompagnarla in questa impresa fu Fred Noonan. Attraverso dei contatti nella comunità di aviatori di Los Angeles, Fred Noonan venne scelto come secondo navigatore, perché c’erano numerosi ulteriori fattori significativi che si dovevano gestire usando la navigazione astronomica in volo. Noonan aveva una grande esperienza sia nella navigazione marina sia aerea.

Amelia e Fred decollarono da Miami il 1 giugno 1937 facendo rotta verso est. Fecero varie tappe in Sud America, Africa, India e Indocina, arrivando a Lae, in Nuova Guinea, il 29 dello stesso mese. Avevano percorso circa 35.000 chilometri e dovevano ora affrontare l’ultimo balzo attraverso l’Oceano Pacifico. Il 2 giugno decollarono da Lae alla volta di Howland Island – a oltre 4000 chilometri – dove avrebbero dovuto fare tappa.

Ma non tutto va sempre per il verso giusto. Navigazione aerea e condizioni avverse a volte possono essere un colpo per disorientarsi o peggio finire il carburante.

Ultimo messaggio:“Dovremmo essere sopra di voi, ma non riusciamo a vedervi e il carburante si sta esaurendo. Non siamo riusciti a raggiungervi via radio. Stiamo volando a 1.000 piedi”.Di Amelia e Fred si persero le tracce.

Le ricerche coinvolsero, oltre ad un sostanziale impiego di denaro, anche mezzi della marina militare statunitense.  Le ricerche ufficiali terminarono il 19 luglio 1937. Con un costo di 4 milioni di dollari, le operazioni di ricerca della Marina e della Guardia Costiera furono la più costosa e intensiva operazione di ricerca della storia degli Stati Uniti fino a quel momento.

Ma … Molti anni sono passati fino a quel giorno. Tesi di fine carburante, di schianto in mare, perfino di sopravvivenza o di rapimento da parte dei giapponesi: nel 1939, dopo mesi di ricerche, furono ufficialmente dichiarati morti ma nessuno seppe mai realmente cosa avvenne. Fino a quando quelle ossa vennero ritrovate, insieme ad alcuni oggetti riconducibili al perido storico, sull’isola di Nikumaroro, insieme ad un sestante ed una bottiglia di liquore, e analizzate da un moderno laboratorio forense. Ossa che risultarono essere di Amelia.

Chi vola vale…chi non vola non vale…chi vale e non vola è un vile?

Amelia Earthart rimane un icona del femminismo. Anche se forse sconosciuta a molti, per essere stata relegata nell’oblìo. Sicuramente per me che sognavo di volare rimane una Donna che meglio ha rappresentato il suo sogno. Ed i sogni spesso rimangono tali …