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Fin dai due secoli antecedenti l’anno Mille in Giappone viene celebrata una ricorrenza che ha come unico protagonista il fiore di ciliegio o Sakura; stiamo parlando della festa chiamata “Hanami”, che tradotto letteralmente dal giapponese significa “osservare i fiori”, ricorrenza che viene festeggiata, a seconda della fioritura dei ciliegi in base alle zone del paese, intorno al mese di Aprile; ancora oggi l’Hanami è una tale passione che il servizio meteo giapponese si impegna ogni anno per prevedere con accuratezza quando avverrà la fioritura, permettendo alla popolazione di prepararsi ai festeggiamenti.
In realtà, il senso intrinseco di questa ricorrenza è molto più profondo, e affonda le sue radici in uno spiritualismo che è proprio della cultura giapponese: l’Hanami è infatti celebrata come la rinascita della natura espressa al meglio dai fiori di ciliegio, ma anche della presa di coscienza della loro caducità; il fiore di ciliegio infatti fiorisce in breve tempo e altrettanto velocemente lascia l’albero per riconciliarsi al suolo, spingendo i giapponesi a riflettere sul valore effimero della vita.
Il Sakura, nella lingua giapponese, richiama nella sua simbologia l’intera filosofia giapponese legata alla cultura della pazienza, del rispetto della natura e della pace interiore.
L’Hanami non è però una celebrazione dai toni tristi (vista appunto l’osservazione della caduta dei fiori) ma un momento di grande festa per i giapponesi.
Questi ne approfittano infatti per fare dei pic nic con amici e parenti sedendosi sotto gli alberi di ciliegio e stendendo sotto di essi una coperta di plastica azzurra volta a raccogliere i fiori caduti.
La natura dei festeggiamenti è presto spiegata.
Aprile, è infatti un momento molto importante soprattutto per i giovani, perché la fine della scuola simboleggia per molti l’entrata nel mondo adulto quindi l’inizio di una nuova vita.
Il fiore di ciliegio è inoltre segno di ricchezza e buon auspicio: nell’antica tradizione giapponese rappresentava infatti l’abbondante raccolto del riso nei mesi a seguire la primavera. Le feste per l’Hanami più suggestive sono quelle notturne che prendono il nome di Yozakura (“ciliegio di notte”),dove i ciliegi sono adornati con le caratteristiche lanterne di carta che creano uno spettacolo ancora più indimenticabile per chi si ferma ad osservarlo.
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Numerosissime sono le varietà di fiori di ciliegio presenti su tutto il territorio giapponese, i quali variano per numero di petali oltre che per colore; la varietà più conosciuta, chiamata Somei Yoshino, si distingue per i 5 petali caratteristici dei più comuni fiori di ciliegio.
In Giappone così come in molti altri paesi dell’estremo Oriente è possibile trovare alcune varietà con un numero molto alto di petali, si può arrivare infatti anche a venti o più. Le varietà di fiori di ciliegio offrono infatti una morfologia spesso differente rispetto alle tipologie più comuni.
Questo è sicuramente stato un fattore di interesse per le varie religioni orientali, tanto che la bellezza caratteristica del fiore in questione ha reso possibile il riconoscimento di varie teorie spirituali legate al Sakura. Il fiore a 5 petali richiama con molta probabilità il Buddihismo e la divisione dei cinque orienti, o punti cardinali se si vogliono chiamare con una dicitura più occidentale. Secondo questa attribuzione, i quattro punti cardinali e il centro costituirebbero i cinque spazi vitali o punti di riferimento nella cultura buddhista giapponese. Cinque sono anche gli elementi sacri ossia vuoto, aria, terra, fuoco e acqua.
Mitologia, religione e spiritualità si uniscono in un unico simbolo rappresentato dai petali del Sakura. Questo sembra infatti convogliare in esso e nella sua perfezione l’intera filosofia e la storia di una delle popolazioni più antiche del pianeta. Per questo motivo il Sakura è un fiore nazionale di estremo pregio, pur non essendo riconosciuto il fiore ufficiale del Giappone.
Il Sakura però riveste un ruolo importante anche in quella che è la simbologia legata al mondo della guerra: la tradizione militare giapponese vanta una lunghissima storia che va ricercata nell’antico mito dei samurai, e proprio nella cultura dei samurai, il Sakura è elemento presente e ricorrente. Il Sakura, nella sua perfezione e tenacia non può che venire associato anche all’ambito guerriero giapponese. Il perfetto cavaliere ligio al Bushid? (letteralmente “la via del guerriero”), deve possedere tutte le caratteristiche che il Sakura esalta nella sua estrema armonia. Questo deve infatti mostrare estrema lealtà mantenendo tuttavia uno spirito puro come i fiori di ciliegio.
Deve inoltre essere onesto e coraggioso, mostrando lo stesso coraggio che il Sakura manifesta al momento in cui è tempo di abbandonare l’albero per lasciarsi trasportare dal vento fino al suolo. Il samurai deve infatti avere piena consapevolezza delle proprie capacità e del suo destino, tanto da sacrificare la propria vita quando è necessario, al fine di proteggere il suo popolo e l’ideale per cui ha combattuto con coraggio.
La perfezione dei cinque petali del Sakura deve essere vista dal samurai come un modello a cui tendere, un esempio a cui aspirare nei momenti difficili del suo cammino. Il distacco dall’albero, visto come il distacco dalla materialità della vita, deve considerarsi come atto sacro di dedizione al principio che ha determinato i propri voti.
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Elio Caretta, romano, si è specializzato nel settore delle telecomunicazioni ed in particolare nella gestione della Customer Satisfaction Management in una delle più importanti aziende multinazionali di telecomunicazioni.
Da oltre venti anni si dedica, in particolare, oltre che alle sue più grandi passioni quali la musica, la lettura ed il cinema, allo studio della cultura giapponese.
Nelle sue competenze ha all’attivo un diploma della FGI (Federazione Ginnastica d’Italia) da cui sono conseguite due specializzazioni relative alle arti marziali ed alla danza sportiva, presso il CSEN (Centro Sportivo Educativo Nazionale) per l’insegnamento ad adulti e bambini.