Concerto Grosso per i New Trolls.

In collaborazione con Artevitae, Diatomea è lieta di ospitare oggi Luca Tizzi con il suo articoloConcerto Grosso per i New Trolls .

Buona lettura!

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“Libere Divagazioni di Luca Tizzi. Concerto Grosso per i New Trolls di Luis Enriquez Bacalov un disco che fonde musica barocca e rock in un insieme perfettamente riuscito”.


Concerto Grosso – La Copertina 

Le scuole medie le ho fatte alla Niccolò Machiavelli di Firenze, proprio di fronte a Palazzo Pitti, che c’entra questo? Niente, da qualche parte si deve pur cominciare. E’ un antico palazzo dove adesso, al posto della scuola media, c’è l’Accademia Italiana di Arte Moda e Design, ma anche questo c’entra poco, importa invece il fatto che una mattina, durante una pressoché inutile ora di musica, quell’ora, assieme a quella di religione, che viene adoperata per familiarizzare con i compagni di classe al modico prezzo di un flauto dolce Yamaha in plastica, la nostra insegnante entrò, aiutata da un bidello, portando con se uno scatolone.

Lo aprì e dentro c’era uno di quei giradischi del Reader’s Digest di un triste colore grigio. Lo appoggiò sulla cattedra, inserì la spina nella presa di corrente e, sempre da dentro lo scatolone, tiro fuori un vecchio LP.

Gli LP, abbreviazione dell’inglese Long Playing, si chiamavano anche 33 giri ma LP faceva più British, più figo insomma, erano quei dischi in vinile che duravano circa 45 minuti e contenevano più brani musicali, o un intero concerto.

Aveva la copertina nera e viola con disegnata sopra una struttura architettonica settecentesca con orchestra e danzatori se non ricordo male. Tolse il disco dalla copertina lo mise sul giradischi e spense la luce non prima di averci chiesto di accostare le persiane. Iniziò la musica, quel disco era il “Concerto Grosso Per I New Trolls“.

Il concerto, composto da Luis Enriquez Bacalov, è diviso in tre brani ed è un insieme perfettamente riuscito di musica barocca e rock, senza timore di essere smentito si può affermare che l’album è un capolavoro di Rock Progressivo Italiano.

Il primo brano, allegro, è l’unico interamente strumentale, la musica dell’orchestra si fonde perfettamente con i fraseggi della chitarra elettrica del flauto, suonati rispettivamente da Nico di Palo e Vittorio De Scalzi.
Il Secondo brano, un adagio, è molto lento ed è cantato in inglese, quando l’atmosfera barocca giunge alla fine il testo recita i versi dell’Amleto “To Die, To Sleep Maybe (Perchance) To Dream“, “Morire, Dormire, Forse Sognare“. L’ultimo brano del concerto, cadenza-andante con moto, inizia con un assolo di violino sul quale entrano gli altri archi dell’orchestra e infine il gruppo rock che riprende la frase shakesperiana, un brano romantico pieno di virtuosismo.
L’album continua con “Shadows”, un omaggio a Jimi Hendrix e, sul lato B, “Nella Sala Vuota”, un pezzo interamente improvvisato in sala di registrazione.

Non conoscendo la musica non so esattamente quale sia il reale valore del concerto grosso, da appassionato ascoltatore ritengo che sia un perfetto lavoro di fusione tra musica rock ed orchestra.

Perché vi ho voluto parlare di questo disco, semplicemente perché iniziai a risparmiare sulla paghetta settimanale fino a quando, per il mio compleanno e aiutato dai miei, riuscii a comprarmi il primo impianto stereo; era composto da un piatto della Scott con una puntina della Shure, un amplificatore Mitsubishi e delle casse ESB, ho ancora tutto e ancora tutto funziona anche se adesso è finito in uno scatolone come quello dell’insegnate di musica. Non avevo dischi da ascoltare ma appena ebbi i soldi per comprarne uno acquistai il “concerto grosso”, il mio primo disco.

La passione per le cose belle va insegnata, grazie professoressa di cui non ricordo il nome.


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