PASTORALE AMERICANA. Un romanzo che richiede coraggio.

Ahimè, Phillip Roth ci ha lasciato quest’anno (22 Maggio 2018) ed è stata la sua scomparsa a risvegliare in me la voglia di avere di nuovo a che fare con Nathan Zuckerman, suo alter ego, e di perdermi di nuovo nella sua scrittura precisa e affilata.
Con tutto il coraggio che lo richiede, ho comprato Pastorale Americana e ho iniziato a leggerlo, carica di aspettative sul muretto antistante la libreria. Parliamo di un premio Pulitzer per la narrativa, non potevo continuare ad ignorarlo, ma ho aspettato la giusta concentrazione.

Roth non è uno scrittore che alleggerisce l’animo, talvolta è spietato nell’indagare le frustrazioni e le debolezze umane che albergano dentro di noi ben nascoste, e, in passato, questo autore mi ha scatenato sensazioni di profondo disagio e di cinismo crudele, pur amandolo molto per lo stile e la concretezza dei suoi romanzi, una sorta di fascino del mostro.

Nathan Zuckerman  in  Pastorale Americana  racconta la nascita, la vita e la morte di un uomo, Seymour Levov, soprannominato “lo svedese”, per via della sua bella capigliatura bionda, gli occhi blu e l’aspetto nordico, lanciato come un missile verso il successo, il sogno americano, in un periodo storico delicatissimo dell’America moderna che vuole apparire gloriosa e onesta ma che nasconde il tragico conflitto in Vietnam, i disordini razziali e un sistema imperialista in cui un’intera generazione brucia dalla voglia di smascherare il suo vero volto. La vita dello “svedese” è perfetta, una moglie cattolica di origini irlandesi, ex miss reginetta di bellezza, un’azienda di guanti ereditata dal padre ebreo con affari in crescita  e una bella casa immersa nella natura delle zone rurali del New Jersey. Il principale problema di questa famiglia modello, in perfetto stile americano medio-borghese, sembra essere il fatto che Merry (unica figlia di Seymour) balbetta, ma è solo l’inizio di una catastrofe, non preannunciata, improvvisa, come una miccia che inizia un percorso prima di arrivare all’esplosione. Ormai sedicenne, Merry diventa sempre più ribelle e politicizzata e si unisce all’organizzazione politica di estrema sinistra dei Weathermen. La “vita pastorale” di Levov viene distrutta quando la ragazza, ormai fuori controllo, compie un attentato dinamitardo contro un ufficio postale, uccidendo una persona e dandosi poi alla fuga. Attraverso una scrittura priva di pietismi e ridondanze assistiamo, pagina dopo pagina, alla distruzione totale di questo uomo-mito e di un intero paese.

Leggendo la critica letteraria  ho notato che spesso questo libro è stato accostato all’Ulisse di Joyce, che più volte ho tentato di comprendere nella sua profondità ma con scarsi risultati, forse perché io stessa sono in un continuo flusso di coscienza inarrestabile. Contrariamente ai nomi illustri e senza presunzione alcuna io ho pensato a Steinbeck e al suo famosissimo Furore perché ho sentito la stesso accanimento della sorte sui protagonisti e sul sogno di una società giusta.
In Pastorale Americana Roth è abile nel descrivere i personaggi attraverso piccoli dettagli e dialoghi brevi, sondando il loro lato oscuro con una psicologia profonda che diventa quasi insopportabile… ognuno mette in atto un’opera di distruzione, una famiglia perfetta impegnata nel proprio disfacimento. Lo Svedese, impassibile, assiste sconcertato, mettendo in discussione tutte le sue certezze, cercando inutilmente le proprie responsabilità di marito e soprattutto di padre, ma diventa quasi inconsistente in balìa degli eventi, non può modificare il corso delle cose: improvvisamente si rende conto che niente è in suo potere. La sua dolce bimba Merry diventa una terrorista, la sua amata Dawn lo tradisce con l’architetto, il suo sogno americano si spegne e si chiede se ci sia mai stato… tutto il resto è terribilmente reale, tragico, come una Bomba che esplode, l’apoteosi della catastrofe e l’inizio del declino.

Chiudendo il voluminoso tomo sono caduta nello sconforto… uno stato di prostrazione durato giorni. Come non scorgere in ognuno dei personaggi aspetti che riguardano noi stessi e la nostra esistenza? Come si fa a distaccarsi dalla storia che diventa anche un po’ la nostra dopo quasi 500 pagine di genio assoluto della narrativa statunitense? Io ho divorato quasi ferocemente la parte finale, covando dentro me stessa una speranza di bene che trionfa sul male, e invece il libro non finisce in nessun modo, rimane incerto sulle sorti di tutti, ridotte in pezzi e non ricomponibili tra loro. Potrebbe sembrare un’opera incompiuta, ma in realtà non ci sono spiegazioni umanamente accettabili sul significato della vita. Perché Pastorale Americana parla della vita e come dice lo stesso autore La vita è solo un breve periodo di tempo nel quale siamo vividoveTu ti nascondi. Non scegli mai.

Con mio immenso stupore l’attore scozzese Ewan McGregor, al suo esordio da regista, mette un punto esclamativo alla fine di questa storia. Nel film, in cui lui stesso interpreta lo svedese, stravolge il finale riconducendo Merry, la figlia adorata, sulla sua lapide, come a voler riconoscere lo sforzo di tutta la sua vita ad essere felice. Le recensioni di autorevoli testate non sono state clementi con il bel McGregor, definendo la trasposizione cinematografica di Pastorale Americana “molliccia” e incapace di rappresentare al meglio la scrittura allegorica di Roth, ma, del resto, come non cadere nel cliché che il film non sarà mai come il libro! Io sono con Ewan e la sua visione romantica, e credo che ogni regista sia libero di scegliere come interpretare tutta la storia, perfino stravolgendone il finale e concentrandosi sul rapporto padre-figlia, piuttosto che sul contesto sociale.

Il film mi è piaciuto, è stato come ricevere una carezza dopo uno schiaffo violento in pieno viso. Philip Roth si può amare o odiare, non ci sono le mezze misure. In fondo ero preparata, avendo letto buona parte della sua produzione narrativa, ma Pastorale Americana ha avuto un forte impatto su di me, ecco perché mi ritrovo qui a scrivere e ad esortarvi a leggerlo, anche se può sembrare il contrario.

Siate coraggiosi e maneggiatelo con cautela, potrebbe esplodervi tra le mani!


Tutte le immagini contenute in questo articolo sono state prese dai link segnalati o per gentile concessione dell’autore, tutte le altre sono state prese dal web a puro scopo esplicativo e possono essere soggette a copyright.