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Domenica 10/03/2019, presso la Casa Internazionale delle donne, a Roma, nel corso della Seconda Edizione di Feminism 2 (Fiera dell’Editoria delle Donne) si è tenuta la presentazione di  Non voglio scendere!Femminismi a zonzo, scritto a quattro mani da Barbara Bonomi Romagnoli, apicoltrice, e Marina Turi, informatica.  Entrambe giornaliste freelance e dopo quasi 18 anni di amicizia, condiviso il progetto A/matrix, decidono  di scrivere quello che definiscono un pamphlet , dopo aver ironizzato che l’uomo bianco non definisce libro uno scritto inferiore a 100 pagine; il libro ha  anche il pregio di essere “targato” da Golena Edizioni/Malatempora (www.golenaedizioni.com), casa editrice indipendente che fa della controcultura e della controinformazione il suo fiore all’occhiello.

Sono presenti, in questa giornata, anche Elvira Seminara, giornalista e scrittrice,  che dialoga e apre un dibattito con le autrici e l’editrice Maya Cecchi.

Ci dicono che la prefazione è stata affidata al Collettivo femminista di sex workers e alleat* Ombre Rosse. Un riconoscimento umano ma soprattutto politico importantissimo,  in un momento in cui alcuni femminismi hanno alzato dei muri, chiudendosi, forse, in modelli di autoreferenzialità o zone di comfort.

In tempi come questi che stiamo vivendo leggere Non voglio Scendere! Femminismi a zonzo  è importante perché delle conquiste che ritenevamo consolidate sono state seriamente messe in discussione.

Così, con gioia, saliamo a bordo di questa metropolitana femminista, intuita grazie all’iconica copertina a cura di Gaia Guarino, che dispiega  “sei tragitti per l’autodeterminazione e la ribellione”, per poter andare e spaziare dove vogliamo, libere anche di fermarci per raccogliere i pensieri  per poi ripartire con curiosità. Questa apparente frammentarietà diviene metafora di mutazione, di movimento, di transizione e di provvisorietà.

http://www.golenaedizioni.com/page.php?192

Ci si sofferma sul tema del linguaggio, sull’urgenza che sia sessuato e non sessista. Di come sia un elemento centrale nella costruzione dell’identità. Ad ogni fermata troviamo un piccolo glossario con vocaboli che invitano alla riflessione. Si viaggia anche attraverso un po’ di storia del femminismo fino ai nostri giorni, attraversando i movimenti che oggi troviamo nelle strade del mondo, il tutto per mezzo di una comunicazione  scrupolosa ma attenta ad essere compresa anche da quelle persone che non sono strutturate sui concetti del femminismo.

Si parla del femminismo pop, che circola nei social network o nelle serie televisive, si dice che i femminismi non dovrebbero parlare a nome di altre donne e si smentiscono tanti luoghi comuni, tanti pregiudizi nei confronti del femminismo stesso.

Si arriva al concetto di femminismo intersezionale delle differenti identità sociali (sesso, etnia, classe, religione, età), ma soprattutto presa d’atto dell’esistenza altrui. Un femminismo che diventa paradigma per combattere  ogni aspetto della discriminazione e dello stigma. Si parla del diritto ad esistere anche come trans. Tante voci, tante interviste, tante storie ognuna a suo modo unica ed illuminante.

Si parla di sesso, andando oltre “la mistica della sessualità” . Forse uscirete da alcuni luoghi comuni e ridisegnerete l’idea che avete dell’immaginario maschile sui corpi delle donne.

Insomma quello che Barbara e Marina ci stanno dicendo è che anche se il sessismo impera, la rivoluzione è a portata di mano. Sta a noi viverla.