The World March Fest.

Dieci anni fa individui e associazioni di tutto il mondo avevano un sogno, organizzare la prima Marcia mondiale per la Pace e la Nonviolenza. E ci riuscirono. A quella Marcia, in 93 giorni, parteciparono migliaia di persone; la stessa attraversò circa 100 paesi dei 5 continenti, in ognuno dei quali si svolsero vari eventi istituzionali e artistici. Io ebbi la fortuna di far parte del Comitato organizzatore, e, oltre alle iniziative di Roma, partecipai all’ultimo tratto della marcia, quello che attraversò il Perù, il Cile e l’Argentina. Al solo ricordo mi si ricolma il cuore di gioia. Moltitudini colorate di diverse nazioni erano unite solo da due parole: Pace e nonviolenza.

Dopo dieci anni un gruppo di persone di allora ha deciso di organizzare la Seconda Marcia Mondiale per la Pace e la nonviolenza. E partirà il 2 ottobre 2019 da Madrid. Ancora oggi stanno aderendo e si stanno sommando centinaia di associazioni. Nelle scuole di tutto il mondo, in occasione della Marcia, saranno realizzati simboli della pace umani; in ogni città che ha aderito si apriranno tavoli di discussione e si cercherà di portare nell’agenda informativa tematiche quali la difesa dell’ambiente, il tema del disarmo, la lotta alle diseguaglianze sociali e alla discriminazione di genere.

Perché organizziamo una seconda marcia?  Perché vogliamo denunciare la pericolosa situazione mondiale caratterizzata da sempre più conflitti; perché vogliamo continuare a creare coscienza poiché solo attraverso la pace e la nonviolenza sarà possibile costruire un mondo migliore; perché vogliamo rendere visibili le differenti e varie azioni positive che persone, insiemi, popoli portano avanti tutti i giorni. Perché vogliamo dare voce alle nuove generazioni che che vogliono dar risalto alla cultura della nonviolenza.

Quando? La seconda marcia comincerà a Madrid il 2 Ottobre 2019, giornata internazionale della nonviolenza. Percorrerà l’Africa, l’America, l’Oceania, L’Asia, L’Europa per tornare a Madrid l’8 Marzo, giornata internazionale della donna. La marcia arriverà in Italia a febbraio, per concludersi di nuovo a Madrid a marzo 2020. 

Festa di inizio: a Roma, il 2 ottobre 2019 dalle 17, in occasione della partenza  della marcia da Madrid, sarà organizzato un evento a San Lorenzo, a piazzale del Verano, presso lo spazio Habicura. Il titolo dell’evento sarà World March Fest – The beginning, Parole, suoni e immagini per la Nonviolenza.

Oltre al collegamento in diretta con Madrid, si terranno tavoli di discussione su sostenibilità ambientale, diseguaglianze sociali, disarmo e cultura della nonviolenza. Durante l’evento si terranno mostre fotografiche e di sculture, concerti, stand delle associazioni che hanno aderito la marcia.

Programma della serata

17-19h tavoli di discussione:
17-19h giochi con bimbi di Maga Nanà
19.00h Presentazione della Marcia
19.30-20.15h Proiezione documentario “L’inizio della fine delle armi nucleari”
20.30 – 21.15h Storytelling e visita guidata al Parco della Nonviolenza a cura di Accentrica
21.30 – 23.30h Esibizione gruppi musicali:
The Fireflies
Samba Precario
23.30 – chiusura con DJ set

Durante tutto l’evento:
Esposizione delle sculture di Bruno Melappioni
Esposizione fotografica Humanity First di Serena Arena

Inoltre: durante la serata saranno presenti gli stand delle diverse realtà aderenti alla Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza.  

 

 Sito della marcia https://it.theworldmarch.org/it/   





Diritti al cuore Mix Fest – Musica e diritti in festa.

Il 28 settembre dalle ore 19 l’associazione Diritti al cuore, con sede in Via Federico Borromeo 75, organizza una serata all’insegna dell’arte, della musica, del volontariato e dei diritti umani.

L’associazione, che da anni si occupa di libera informazione, cooperazione internazionale e diritti umani, presenterà le sue attività previste per la stagione 2019-2020.

La festa sarà ricca di ospiti ed eventi: si aprirà con il vernissage della mostra fotografica Humanity First di Siliana Arena, a seguire un aperitivo a buffet (contributo 10 euro). Verrà poi proiettato il video Empatia, di Serena Arena. Segue l’esibizione de Le Danze di Piazza Vittorio che dalle 20 presenteranno il nuovo corso di balfolk con danze e musiche ad ingresso libero. Alle 21.30 si terrà il grande concerto di chiusura dei Black Echoes, con la loro musica blues.
Ma vediamo nello specifico i protagonisti di questo festival.

Humanity First è un progetto fotografico che nasce nel 2019 realizzato da Siliana Arena e sviluppato nell’arco di 3 mesi, coinvolgendo circa 25 persone. il progetto vuole essere un ammonimento ad ogni ideale di supremazia di una categoria umana sull’altra. Una pacifica protesta in opposizione alla dilagante disumanità di cui siamo testimoni, ma di cui possiamo non essere complici. Consiste in una serie di ritratti di persone di età, etnie e storie diverse, ad occhi chiusi, accarezzati da una mano che potrebbe rappresentare quella di chiunque. Humanity First è un elogio alla gentilezza umana e un invito a non dimenticarsene.

Empatia, il video di Serena Arena. Il video “Empatia” è un elogio all’umanità. Alla sensibilità. A quel sentire che, in fondo, ci lega tutti quanti. È un invito a fare un passo verso l’altro, a correre il “rischio” di poter comprendere la prospettiva di un diverso punto di vista, ad abbattere quelle sovrastrutture e convinzioni che ci riempiono di pregiudizi. Senza empatia, tendiamo a chiudere la nostra realtà in un cerchio sempre più piccolo. Tendiamo a cercare etichette per le persone al di fuori del nostro piccolo cerchio: “l’altro”, “il problema” o persino “il nemico”, identificano chi si trova al di fuori.
Queste etichette che tendiamo a creare ci impediscono di andare avanti e di crescere. Ci allontanano dalla consapevolezza che l’esperienza umana è un’esperienza condivisa.

Le danze di Piazza Vittorio collaborano con noi di Diritti al cuore da 2 anni e in occasione del festival presenteranno il corso in partenza di danze popolari che organizzano presso la nostra sede e che, grazie alla loro donazione, ci permette ogni mese di finanziare l’acquisto del carburante per il nostro camper impiegato per le visite mediche del progetto Salute migrante.
Ma chi sono? Dal 2011 hanno l’idea di usare i suoni e le danze popolari per divertirsi e star bene insieme, ma anche per avere un canale di comunicazione in più nella bellezza caotica rappresentata da Piazza Vittorio, a Roma. Prima come gruppetto di amici, poi come associazione, hanno cominciato ad incontrarsi ed a suonare e ballare in piazza, poi si sono ritrovati coinvolti nelle attività di tanti gruppi ed associazioni, poi in giro per il mondo a cercare feste e tradizioni, poi presso la scuola Di Donato a organizzare laboratori di danze, strumenti, canti popolari.

I Black Echoes, gruppo di musicisti da diversi anni sul palco dei più noti locali romani, chiudono il Diritti al cuore Mix Fest. Alle 21.30 si esibiranno con il loro repertorio che offre una miscela raffinata di blues, soul, southern rock e ballads. La loro forza è sicuramente nella costante ricerca di un sound pregiato ed elegante, cosa che gli ha permesso di inaugurare il festival del Rosso Conero, nelle Marche, partecipare al Summer Festival della provincia di Viterbo, essere selezionati per un evento internazionale con il comune di Roma.

Durante la serata infine lanceremo poi la campagna di raccolta fondi sulla piattaforma ulule per la realizzazione di un reportage in Senegal (vedi qua: https://it.ulule.com/foto-video-reportage-diritti-al-cuore-del-senegal/). Per tutta la serata poi sarà attivo un piccolo punto ristoro e vi sarà un mercatino di libri usati e di artigianato senegalese.
Per info e adesioni 3289297160

 


Tutte le foto di questo articolo © Diritti al Cuore onlus.




ALLA SCOPERTA DEL SENEGAL ATTRAVERSO LE IMMAGINI – DIRITTI ALL’OBIETTIVO

Sabato 25 maggio alle ore 19, presso la sede di via dei Latini 12 a San Lorenzo, Diritti al cuore onlus presenta il libro fotografico “Diritti all’obiettivo – Viaggio fotografico alla scoperta delle periferie, dei paesaggi e dei volti del Senegal”. Saranno presenti i fotografi che hanno donato le foto e gli ideatori del volume.

IL PROGRAMMA
Durante la serata saranno proiettate delle immagini e si terrà un reading, inoltre sarà possibile acquistare il libro a un prezzo ridotto rispetto a quello di copertina. I fondi raccolti saranno utilizzati per i nostri progetti in Senegal. Sarà offerto un buffet. L’ingresso è libero.

IL LIBRO
“Questo libro non è un romanzo, ma un racconto di immagini, realizzate con le macchine fotografiche di un gruppo di volontari in viaggio con l’Associazione Diritti al Cuore Onlus. Un racconto senza protagonismi, ricco di emozioni, ricordi, sensazioni, affetti. Sono immagini di donne, bambini e uomini che ogni giorno vivono in un contesto difficile, di certo diverso dal nostro. Sono immagini catturate da chi a quel mondo vuole andare incontro. Hanno immortalato anche paesaggi e contesti che raccontano molto altro: Dakar, la periferia, Camberene, Pikine, i villaggi, la discarica. Ma hanno catturato con l’obiettivo soprattutto i volti, che racchiudono mille storie. E sogni. E, in fondo, sono quei paesaggi, quei volti e quegli occhi che hanno catturato tutti loro”.




Parte la 26esima edizione del Corso di preparazione al volontariato internazionale di Diritti al cuore onlus!

Quando abbiamo iniziato a progettare un giornale di quartiere che divenisse uno spazio di condivisione, riflessione, denuncia, per trattare temi inerenti i diritti umani, la libera informazione, la non violenza, la non discriminazione eravamo un gruppetto di amici che mai avrebbe immaginato che da quel giornale saremmo arrivati lontano, fin sotto a un baobab senegalese.

Era il lontano 1998 e cominciò così il nostro impegno sociale totalmente volontario. Poca esperienza e tanto entusiasmo, fede nell’essere umano e nella possibilità di cambiare “il mondo”.

Poco dopo due anni siamo finiti in Senegal tramite i contatti di alcuni ragazzi che frequentavano la nostra sede per il corso di italiano per stranieri. Ci hanno detto, “sfidandoci”, di fare qualcosa lì dove i diritti umani erano davvero calpestati e, soprattutto, neanche conosciuti. Dopo i primi tempi di ricognizione per capire cosa noi, totalmente autofinanziati, laici, apartitici, diciamo anche squattrinati, potevamo e sapevano fare, abbiamo trovato la risposta: mettere insieme gente, in questo caso studenti senegalesi, e far partire un cambiamento dal basso.

Man mano in Italia persone amiche e del quartiere ci esprimevano la volontà di darci una mano, pur non sapendo assolutamente come fare, se non partecipando ad eventi e raccolte fondi.

Così ci venne un’ idea, devo dire per l’epoca, 16 anni fa, abbastanza innovativa: organizzare un Corso di preparazione al volontariato internazionale, per farci conoscere, per spiegare il tipo di attività che svolgevamo, per diffondere tematiche a noi care e, non come ultimo obiettivo, per dare contesto a chi veniva in Senegal per sviluppare la campagne di cooperazione.

Fu un successo sin dalla Prima edizione, con almeno 20 iscritti, un numero enorme per una piccola associazione che all’epoca contava sì e no 7 membri!

Dopo 16 presentiamo la nuova Edizione del corso, in questi anni ne abbiamo fatte anche due edizioni, arrivando a coinvolgere centinaia di persone. Non tutti sono rimasti in Associazione, ma tutti hanno lasciato un contributo, una impronta, delle idee.

Lunedì 25 febbraio parte l’edizione 2019, la 26esima alle ore 20.30 presso la nostra sede di Via Federico Borromeo 75: un corso composto da 5 incontri monotematici, un corso che non obbliga poi a far parte attiva dell’associazione, ma che è comunque un momento di conoscenza e di formazione personale.

Inoltre, dopo una panoramica teorica e generale del tema, si vede nel concreto quali siano le azioni messe in campo per affrontare la problematica.
Calendario temi:
25 febbraio:  Infanzia e Sostegno a distanza; 4 marzo: Condizione femminile e discriminazione di genere; 11 marzo: Situazione ambientale e salute; 18 marzo: Migrazioni e flussi in Italia; 25 marzo: Cooperazione internazionale: come si organizza un progetto. Chiuderà il corso una mezza giornata di lavoro pratico/organizzativo.

Il corso è aperto a tutti, dai 18 anni in su. Non servono particolari competenze, studi o professioni. Sono di sicuro benvenuti medici e infermieri visti i tanti progetti che sia a Roma sia in Senegal abbiamo in essere, ma tutti sono davvero benvenuti viste le innumerevoli attività che svolgiamo.
Posso chiudere con l’invito a partecipare a questo corso, anche per capire cosa spinge ogni volontario a fare quello che fa. Certo, la motivazione è prettamente personale, ma è bello anche scoprire cosa spinge noi stessi a donare e a donarsi. Per quanto mi riguarda vi lascio con una frase che mi ha sempre risuonato nel cuore e fatto muovere nel mondo: “Se metti in moto azioni che continuano negli altri hai fra le mani parte del filo dell’eternità“.

Per info e iscrizioni: www.dirittialcuore.it – info@dirittialcuore.it – cell. 3289297160

Diritti al cuore Onlus è un’associazione indipendente, antifascista, antirazzista e autofinanziata che lavora per l’affermazione dei Diritti Umani, organizzando e promuovendo una serie di attività in Italia e in Senegal. I progetti sono volti a migliorare le condizioni igienico sanitarie, sociali ed economiche nei Paesi in via di sviluppo e in Italia sono volti soprattutto alla formazione e informazione su tematiche quali la non violenza, la non discriminazione, i diritti umani, le migrazioni, la libera informazione e la cooperazione.





Il ruolo sociale della fotografia.

Ho conosciuto Michele tantissimi anni fa, forse una decina. All’epoca collaborava con la nostra associazione in veste di grafico e curatore della comunicazione di un nostro progetto “Tre piani di diritti”, una campagna di comunicazione e raccolta fondi per cercare di raccogliere oltre 100.000 euro e costruire una scuola, un centro professionale, uno sportello antiviolenza e un ambulatorio a Pikine, alla periferia di Dakar. Era una follia. Oggi la palazzina di tre piani è in piedi. E attiva.

Michele Cirillo Ph. Giuseppe Cremona / EffeCollettive

Michele è più piccolo di me di dieci anni, ma riconobbi in lui subito alcune passioni in comune, in primis quelle del viaggio, poi della fotografia, anche se io la amo e la seguo come spettatrice. Secondo la legge dei sei gradi di separazione, anni dopo ci siamo rincontrati, grazie a un volontario di Diritti al cuore, anche lui amante della fotografia e fotografo per diletto. Ho ritrovato un giovane fotografo professionista con tanti premi ed esposizioni alle spalle. Ha messo di nuovo le sue competenze a nostra disposizione, organizzando un corso di fotografia sociale presso la nostra sede di Via Borromeo. Un successo, oltre 20 iscritti, una bellissima esperienza a cui ho avuto anche io l’onore e la fortuna di partecipare come allieva. E quest’anno è appena partita la seconda edizione presso la nostra sede di Via dei Latini a San Lorenzo (c’è stata la prima lezione il 31 gennaio, siete ancora in tempo a iscrivervi, scrivete a info@dirittialcuore.it), un modo bello per finanziare i nostri progetti, grazie a Michele che ha deciso di devolvere all’associazione Diritti al cuore la metà della quota di iscrizione, già accessibile a tutti.  Ho voluto intervistarlo per presentarlo a chi ancora non ha avuto la fortuna di conoscerlo, perché in un momento storico in cui sembra che gli esseri umani siano sempre più incattiviti, disumani, soli, disincantati, apatici, persone impegnate come Michele che con passione raccontano storie di una umanità sconvolgente e che usano la fotografia anche per mettere in moto azioni di cambiamento, sono una boccata di ossigeno.

Michele Cirillo Ph. Giuseppe Cremona / EffeCollettive

Raccontaci chi sei e come è nata la
tua passione per la fotografia.

Mi chiamo Michele Cirillo e sono un fotografo di reportage. Tutto è nato più o meno 15 anni fa con una Pentax a pellicola ed è proseguita con la passione per i viaggi per la scoperta di nuovi orizzonti.

Hai fatto molti reportage in zone rischiose. Quale ti ha cambiato di più? E dei reportages di viaggio?

Ho svolto alcuni progetti in zone a rischio, mi interesso di storie che sono il prodotto di quel conflitto o di quella minoranza e credo che questa possa essere la strada più vicina all’idea di racconto che voglio. L’esperienza in Ucraina è stata sicuramente una delle più toccanti. Mentre i reportages di viaggio sono stati tutti stupendi, tutti… solo un mese in Messico è valso una vita.

Troviamo i tuoi scatti in riviste come Internazionale e Left, hai vinto alcuni premi e fatto delle mostre. Il premio o la mostra che ti ha reso più orgoglioso del tuo lavoro?

Sicuramente quando ho esposto “The kurdish bride” all’Hermitage a San Pietroburgo, ricordo che con la collega Emanuela Laurenti vincemmo anche il primo premio nei progetti fotografici. È stato stupendo.

Quale è la foto che ritieni migliore o a cui sei più legato? Perché? In che contesto è stata scattata?

Ci sono diverse immagini a cui sono molto legato… ma non sono le “migliori” che ho fatto. Servono di più a me, come documentazione e ricordo.

Hai allestito, documentato e inaugurato il Museo della fiducia e del dialogo per il Mediterraneo a Lampedusa, in memoria dei tanti esseri umani che hanno perso la vita nel provare ad attraversare il Mare nostrum: come sei arrivato li, cosa hai fatto e come continua il progetto.

La mia collaborazione con il Comitato 3 ottobre è iniziata il 3 ottobre 2017 quando mi hanno voluto come fotografo per documentare il ricordo della strage del 2013, da allora come posso cerco di dare una mano e sostenere questo progetto di Tareke Brhane, il presidente dell’associazione. Non finirò mai di ringraziare il Comitato per l’incredibile esperienza che ho vissuto a Lampedusa, l’anno scorso ho partecipato all’allestimento del Museo della fiducia e del dialogo e durante l’anno in corso ci saranno ancora novità…

E noi di Diritti al cuore non
finiremo mai di ringraziarti che ci hai presentato a Tareke e abbiamo potuto
partecipare alla Giornata della memoria… A proposito di impegno nel sociale, il
tuo quando è iniziato?

Non so se chiamarlo esattamente impegno nel sociale, credo però sia profondamente giusto raccontare e far scoprire delle storie che possono avere dei valori universali, come l’accoglienza, il dialogo, la sofferenza e la speranza. Credo di averla pensata sempre così.

Il significato sociale della
fotografia?

Debray diceva che l’immagine non è innocente, e con l’enorme flusso di immagini che produciamo ogni giorno credo sia essenziale pensare di produrre qualcosa che sia rilevante. La fotografia ha avuto da sempre un ruolo sociale con la sua capacità di trasportare emozioni e ricordi, ma anche attimi che ora vivono per sempre. In mezzo a tutto questo credo sia importante trovare nuove strade per non perdersi in un’estetica che va sempre di più uniformandosi.

Oggi siamo bombardati dalle immagini, eppure ci sono delle foto che hanno scosso nel profondo le coscienze come quella del piccolo Aylan morto sulla spiaggia di Bodrum. Pensi che ci stiamo assuefacendo al dolore e alle disgrazie oppure come dici tu alcune foto devono essere scattate e mostrate per risvegliare da questo torpore?

Credo che sia il momento giusto per distaccarsi con forza da un’estetica del dolore che ha uniformato il racconto fotografico negli ultimi anni; esistono nuove strade, nuovi linguaggi. E non bisognerebbe dimenticarsi mai che ogni fotografo è un autore, con un proprio stile e delle caratteristiche proprie.

Parlaci del tuo ruolo di insegnante e dei corsi che stai tenendo ora.

Mi piace molto confrontarmi con le classi, i loro sguardi di fronte ad alcune immagini di grandi autori mi fanno capire la potenza di questo strumento. Ora è partito il corso di fotografia sociale a San Lorenzo, nella sede dell’associazione Diritti al cuore e poi i tanti corsi che offriamo con la scuola di fotografia Bianco – Laboratorio permanente d’immagine al Pigneto.

Prossimi progetti?

C’è un bel progetto sulle donne Rom in arrivo.

Bene, lo aspettiamo con trepidazione.
Grazie Michele.


Bio del fotografo: 
Classe 1988, Michele Cirillo è un fotoreporter indipendente e docente di fotografia di Roma. Negli ultimi 6 anni suo interesse per il racconto fotografico si è focalizzato sui temi dei diritti umani, dell’identità e dei cambiamenti geopolitici degli ultimi anni prediligendo i soggetti che vivono in zone di conflitto e che fanno parte di minoranze etniche o culturali. Ha viaggiato in paesi come Messico, Tanzania, Kurdistan, Libano, Bosnia, Ucraina e Palestina, è stato fotografo per diversi progetti europei, ha lavorato per Croce Rossa Italiana, Comitato 3 Ottobre e collabora con diverse redazioni italiane e internazionali.
Il suo sito: http://www.michelecirillo.com


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