I Sapeurs del Congo

Photo ©VascoPhotography

A Milano non ci si annoia. Una città in crescita vertiginosa verso aperture multiculturali, inimmaginabili ai tempi di una borghesia costruita ad imitazione degli stili e dei vezzi della classe egemone.

Nell’odierno arioso scenario di un’offerta culturale che non si limiti a soddisfare il gusto occidentale, anche in fatto di moda, e in prossimità della Milano Fashion Week, l’Assessorato alla cultura del Comune ha organizzato un evento a dir poco curioso.

L’Unità Case Museo e Progetti Speciali, nell’ambito della manifestazione “Fantasmi del ‘900”  comprendente undici episodi, ha presentato un evento che, attraverso lo sguardo dell’arte, intende far tornare a vivere ed esperire le storie incorporate nei percorsi, nelle strade, nei luoghi della città:  storie fatte di ricordi nostri e altrui, veri o immaginari, che, negli spazi privati e pubblici, disfa le superfici e crea nella città pianificata una città metaforica – come quella che sognava Kandinsky – evocando i fantasmi e le leggende che hanno accompagnato la storia dell’umanità”. 

Dal comunicato dell’ente promotore.

Il quinto atto di “Fantasmi del 900” si intitola Fas(h)ionazioni Africane, a cura di  Eleonora Fiorani:

“Il camminare diventa atto estetico in un’espansione di campo d’azione della letteratura nelle arti visuali, assumendo le forme della visita collettiva con i Dada, della deambulazione e della deriva con i lettristi e i situazionisti. Un filo rosso collega Tzara, Breton e Debord. È così che l’arte si fa vita, esplorazione percettiva, sonora, tattile, visiva degli spazi urbani in trasformazione”.

 

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E con ciò parliamo di S.A.P.E. (Société des Ambianceurs et des Personnes Elégantes), i Sapeurs del Congo, le cosiddette persone di eleganza. Il 10 settembre 2018, la Galleria Vittorio Emanuele ha beneficiato di un’insolita passerella, di dandy abbigliati con completi sgargianti composti con quella fantasia che vuole épater les bourgeois, scandalizzare con garbo i benpensanti: il Sapeur lo fa  con una classe tutta sua, deve avere uno stile che lo caratterizzi, deve creare un personaggio (o due, tre personaggi), deve essere qualcuno, non un manichino che indossa un abito elegante.

Quindi i Sapeurs sfilano obbedendo alle dieci regole di comportamento, che prevedono diversi modi di camminare, come atto estetico, in ossequio a una gerarchia dell’eleganza suggerita dal portamento e dal guardaroba, compiendo infine una danza rituale.

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La S.A.P.E. nasce negli anni ’50 a Brazzaville e annovera anche chi emigrò in Francia; è infatti ben radicata a Parigi e Londra ma anche a Milano, con una presenza consistente sebbene meno nota.

Già dagli anni ’80 Papa Wemba, star della rumba congolese, risulta essere  il padre nobile del variegato fenomeno, suscettibile di  valenza non solo artistica ma anche sociale.

Vogliamo anche ricordare che i genitori e i nonni dei Sapeurs dovettero scegliere tra mantenere le loro dignitosissime tuniche o camuffarsi, non sempre con altrettanta dignità, con una “veste all’occidentale”, scontrandosi con un satrapo locale che voleva a tutti costi che vestissero come straccioni, solo per un malinteso senso di ritorno alla negritudine.

Sono stati gli stessi padri – alcuni di loro, invero – ad opporsi alla scelta tra una mascherata all’occidentale e una all’africana e cercare di diventare qualcosa di diverso. La risposta è quella degli “Ambianceurs et Personnes Elégantes“,  un fenomeno artistico del tutto particolare, sicuramente estroverso, raramente di gusto discutibile, fondando e mantenendo in vita una loro comunità: S.A.P.E. ne è appunto l’acronimo.

Di seguito riporto il testo del decalogo dei Sapeurs, per meglio definirne lo spirito:

1er commandement
Tu saperas sur terre avec les humains et au ciel avec ton Dieu créateur.
“Insaporisci”  la terra per gli uomini e il cielo per il tuo Dio.

2ème commandement
Tu materas les ngayas (non connaisseurs), les nbéndés (ignorants), les tindongos (les parleurs sans but) sur terre, sous terre, en mer et dans les cieux.
Tu neutralizzerai, calmerai, gestirai  e spiegherai a quelli che non ne sanno niente, gli ignoranti e gli inconcludenti presenti sulla terra, in mare e nel cielo.

3ème commandement
Tu honoreras la sapelogie en tout lieu.
Onora ovunque la legge della Sape.

4ème commandement
Les voies de la sapelogie sont impénétrables à tout sapelogue ne connaissant pas la règle de trois, la trilogie des couleurs achevées et inachevées.
Le vie della Sape sono impenetrabili a chi non conosce le regole del tre, cioè la magica trilogia armonica dei colori.

5ème commandement
Tu ne cèderas pas.
Non tirarti indietro

6ème commandement
Tu adopteras une hygiène vestimentaire et corporelle très rigoureuse.
Rispetta rigorosamente l’igiene nell’abito e nel corpo.

7ème commandement
Tu ne seras ni tribaliste, ni nationaliste, ni raciste, ni discriminatoire.
Non essere tribalista,  nazionalista,  razzista, né colui che compie discriminazioni.

8ème commandement
Tu ne seras pas violent, ni insolent.
Non essere né violento né insolente.

9ème commandement
Tu obéiras aux préceptes de civilité des sapelogues et au respect des anciens.
Segui i precetti della cultura sapeologica e rispetta gli anziani.

10ème commandement
De par ta prière et tes 10 commandements, toi sapelogue, tu coloniseras les peuples sapephobes.
La tua preghiera e il rispetto dei dettami della sapeologia sapranno conventire coloro che non aderiscono a questa filiosofia.


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