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L’Astrattismo in pittura nasce nei primi decenni del ‘900 e darà vita a un processo di interiorizzazione della composizione pittorica intesa come espressione della necessità interiore, principio alla base della ricerca di uno dei fondatori di questo movimento, Vassily Kandinsky.

Un percorso, questo, che porterà alla negazione stessa dell’opera d’arte così come tradizionalmente intesa in favore di una composizione in cui il linguaggio delle forme e dei colori diventa un mezzo per influenzare direttamente l’anima.

Questi sono anni in cui la trasposizione fedele del mondo, della sua quotidianità e della sua oggettività è ceduta alla fotografia, mentre la pittura si svincola del tutto dalla rappresentazione ed inizia a costruire immagini basate sul segno, sulla geometria, sulla superficie, sulle linee, sulle macchie di colore, sulla materia.

Composizione VIII_Vasilij Kandinskij

“Per giungere a una composizione puramente pittorica i mezzi sono due: Il Colore e La Forma. Questa inevitabile relazione fra colore e forma ci fa notare gli effetti della forma sul colore. La forma, anche se è completamente astratta e assomiglia a una figura geometrica, ha un suono interiore: è un essere spirituale che ha le qualità di quella figura”.

Vassily Kandinsky _Lo spirituale nell’Arte

Ma la fotografia è davvero così avulsa da questa nuova logica di rappresentazione?

Il processo di interiorizzazione cominciato da Vassily Kandinsky e le esperienze astrattiste che hanno ritrovato nuova vitalità nel secondo dopoguerra, dando luogo a diverse correnti, quali l’Action Painting, l’Informale, il Concettuale, l’Optical art sono rimaste circoscritte al mondo dell’arte? La ricerca estetica che mira a provocare effetti fisici e psichici in chi la guarda, interessa solo la pittura?

La risposta è no.

L’input nasce da un fermento culturale che eredita concetti dalle avanguardie anteguerra e che rappresenterà il punto di riferimento fondamentale per tutti i movimenti d’innovazione nel campo del design e dell’architettura, della fotografia e della grafica, della scultura, delle arti applicate e del teatro.
Nella fotografia, ad esempio, il modo in cui alcuni fotografi raccontano le proprie sperimentazioni è legato ad immagini che si contrappongono al racconto realistico che, pur partendo da analisi differenti, giungono a risultati similari attraverso l’uso di nuovi strumenti.
È il caso di Man Ray, pittore, fotografo surrealista, grafico statunitense esponente del Dadaismo, fabbricante di oggetti e autore di films d’avanguardia che, considerando la propria ricerca fotografica come equivalente ai suoi stessi dipinti, attraverso l’utilizzo della solarizzazione scompone la forma sottolineandone i contorni, appiattendo l’immagine.
O ancora, quello di Lazlo Moholy-Nagy, pittore e fotografo ungherese esponente del Bauhaus che, parallelamente a Man Ray, svolge ricerche sull’immagine astratta scomponendo le forme con foto scattate dall’alto e angolari.

Entrambi vogliono esentare l’immagine dal peso della funzione riproduttiva di tradizione borghese per giungere alla liberazione culturale e sociale degli individui.

Ne seguirà una ricerca sempre più spinta al di là dei confini fino ad ora dettati.
Il soggetto che si fotografa, sia esso materiale, immateriale o fisico, perde la propria identità.

Sottrazione del contesto

attraverso il taglio dell’inquadratura

Avvicinamento

fino ad ottenere una visione incombente

Ingrandimento

snaturando la visualità naturale

Ne deriva un nuovo genere fotografico, l’Astrattismo.

La rilettura di un linguaggio in cui lo scatto fotografico assume una valenza simile alla pittura:

IL COLORE E’ UN MEZZO PER INFLUENZARE DIRETTAMENTE L’ANIMA.
LA FORMA HA UN CONTENUTO INTERIORE.
LA FORMA DUNQUE È L’ESPRESSIONE DEL CONTENUTO INTERIORE
L’ARTISTA È LA MANO CHE, TOCCANDO QUESTO O QUEL TASTO, FA VIBRARE L’ANIMA”

Vasilij Kandinskij_Lo spirituale nell’Arte


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